Val di Mello, l'oasi della vergogna
Il presidente della sezione UILDM di Sondrio, scrive ai promotori della petizione. "In una societā nella quale si cercano di rendere accessibili siti, in Val di Mello c'č chi vuole intraprendere la strada opposta"
Riproponiamo il commento di Stefano Della Nave Spini, presidente della sezione UILDM di Sondrio, riguardo la petizione promossa dal “Comitato per la tutela della Val di Mello” per chiedere di fermare un progetto promosso da Ersaf Lombardia che prevede la realizzazione una serie di interventi di manutenzione (ordinaria e straordinaria) lungo un sentiero già esistente con l’obiettivo di renderlo maggiormente accessibile alle persone con disabilità. A fine aprile, la petizione pubblicata sul sito "Change.org" ha raccolto più di 60mila firme.
Come risposta a questa petizione, che ritengo naturalmente offensiva verso tutte le persone disabili e le loro famiglie, voglio raccontare un'esperienza personale. Io e la mia famiglia, nonostante la grave disabilità di mia figlia che le impedisce ogni minima attività in autonomia, cerchiamo di girare il mondo. Ogni anno carichiamo la nostra auto di tutto quello che ci serve e partiamo. Siamo stati a Parigi, Vienna, Roma, Praga, Monaco, Basilea, Costa Azzurra, Sardegna, Puglia e abbiamo girato quasi tutto il Nord d'Italia.
In ogni posto dove siamo stati, quando ci siamo trovati di fronte a luoghi inaccessibili per nostra figlia, abbiamo incontrato persone mortificate. Persone che si sono scusate spiegandoci i motivi per i quali quel luogo non era stato reso accessibile. Davanti a motivazioni poco credibili abbiamo storto un po' il naso e abbiamo ringraziato comunque. Davanti a valide motivazioni abbiamo naturalmente convenuto che nennemo noi ci saremmo aspettati di poter accedere in quel sito. Ma nessuno, in tutti questi anni, ci ha risposto che avrebbero potuto rendere accessibile la località, ma solo chi sa superare i propri limiti è meritevole di accedervi. In una società nella quale si firma la Convenzione ONU sui diritti delle persone disabili, nella quale si cercano di rendere accessibili siti anche attraverso avveniristiche costruzioni, in Val di Mello c'è chi vuole intraprendere la strada opposta.
Lo scorso anno, dopo aver percorso con mia figlia la pista ciclabile che da Cataeggio porta a San Martino, abbiamo deciso di affrontare al salita che dal paese giunge alla Val di Mello. Arrivati alla fine della strada asfaltata, camminata resa difficoltosa e disturbata dal continuo trasito di due o tre pulmini (non attrezzati al trasporto disabili) inquinanti e carichi di turisti (situazione che però non rovina il paradiso della Val di Mello), ci siamo trovati di fronte l'ultimo tratto "acciottolato" che si è rivelato inaccessibile per la carrozzina di mia figlia. Le troppe sollecitazioni erano infatti insopportabili per il capo di mia figlia. Abbiamo girato e, sconfortati, siamo tornati alla macchina.
Chiedo a questo punto ad una delle guide alpine della Val di Mello se avrebbero avuto il coraggio di dire a mia figlia di 11 anni (e da 11 anni impossibilitata a muoversi in autonomia) che per arrivare in Val di Mello se lo doveva meritare, doveva superare i suoi limiti. Che non si può rendere un sentiero accessibile a lei perchè, altrimenti, gli altri bambini non possono uscire dal sentiero per andare a camminare nell'erba e godere del contatto con la natura. Di dirle di visitare un edificio pubblico, un ospedale, perchè quelli sono i luoghi dove lei ha il diritto di andare, e che non si può "stuprare" un posto come quello per darle una giornata di "normalità". Anzi, invito queste Guide Alpine ad incontrare mia figlia anche oggi per spiegarle le loro ragioni, senza nascondersi dietro una petizione. Credo sarebbe la scalata più dura della loro vita.
Riporto di seguito la lettera di Vanni Seletti e ci tengo a precisare che, a questo punto, la questione non è più se rendere accessibile o meno la Val di Mello, ma diventa una questione di Civiltà e di Rispetto. Care Guide Alpine, passate un giorno nella vita di una persona con grave disabilità e solo a quel punto potrete parlare di limiti da superare e montagne da scalare.
Stefano Della Nave Spini
Presidente UILDM Sondrio
L'articolo era già stato pubblicato sul sito della sezione UILDM di Sondrio