"Voglio andare all'universitą"
Una testimonianza di una giovane con disabilitą originaria della Costa d'Avorio. E che in Italia deve fare i conti con la disabilitą e il proprio percorso scolastico
Mi chiamo Sylvie, ho 21 anni e vengo dalla Costa d’Avorio. Sono arrivata in Italia nel 2012. Dopo un lungo viaggio in aereo sono arrivata all’aeroporto di Milano Malpensa con il fratellino e la mamma. La mia mamma viveva in Italia già da 7 anni. È venuta a prenderci in Costa d’Avorio ed insieme siamo venuti in Italia.
Le motivazioni che mi hanno portata in Italia sono state il ricongiungimento familiare ma anche la possibilità di curarmi. La mia malattia è iniziata all’età di 6 anni, ho iniziato ad avere difficoltà nel camminare e cadevo spesso. In Costa d’Avorio non sarebbe stato possibile, poiché dopo la morte di mio padre non avevamo le risorse economiche necessarie per una presa in carico da parte del sistema sanitario del mio Paese d’origine.
Al l’Istituto Neurologico Nazionale "Mondino" di Pavia, dopo vari ricoveri, mi hanno diagnosticato una neuropatia assonale motoria, nonostante la diagnosi non sia ancora definitiva. Allora parlavo solo francese. Durante le visite era difficile esprimermi, per fortuna ho incontrato due fisioterapiste, Claudia e Alice, che mi hanno aiutata. Claudia parlava francese. Durante il primo anno abbiamo abitato nella casa presa precedentemente in affitto dalla mamma in un paesino alle porte di Pavia. In quel periodo, dopo varie visite presso il "Mondino" mi sono sottoposta ad un intervento chirurgico al tendine del piede sinistro presso la Clinica Città di Pavia.
L’intervento è andato bene, ora riesco ad appoggiare abbastanza bene il piede. Dopo l’intervento ho tenuto il gesso alla gamba per circa due settimane. Alla casa era difficile accedere perché aveva dei gradini all’ingresso. Non potevo usare i bastoni canadesi perché non li avevo mai usati e non mi sentivo sicura, i medici mi dissero che se avessi appoggiato il piede a terra si sarebbe gonfiato. Non avevo ne la carrozzina manuale ne elettronica, perciò mio fratello mi trasportava attraverso le strette porte della casa. La carrozzina mi è stata data dopo due anni. Anche per accedere alla camera da letto c’erano molti gradini e dovevo dormire in salotto. Trascorrevo molto tempo a casa e guardavo la televisione per imparare l’italiano. Qualche volta uscivo a mangiare la pizza con Claudia ed Alice.
Al Mondino dopo diversi ricoveri ho conosciuto Fabio Pirastu con cui abbiamo parlato cercando di trovare aiuto e attraverso lui ho conosciuto la UILDM. Ho conosciuto molti amici in UILDM e molte persone che mi hanno aiutata. Dopo alcuni mesi ho anche iniziato a frequentare il corso di moda alla scuola Ipsia L.Cremona di Pavia. Cercavo di frequentare la scuola regolarmente, ogni mattina incontravo degli ostacoli. Mio fratello mi aiutava a scendere le scale. Dovevo prendere il pullman però era sempre gremito di gente e non trovavo posto a sedere. Una volta sono caduta sul pullman, un’altra volta invece l’autista non aveva visto che stavo scendendo e mi ha chiusa nelle porte accorgendosi solo quando la gente ha iniziato ad urlare. Ho avuto molta paura.
Finalmente dopo un anno abbiamo lasciato quella scomoda casa fuori Pavia e siamo andati a vivere al Centro di Accoglienza Villaggio San Francesco di Pavia, dove la cerchia delle mie conoscenze si è ulteriormente arricchita ed era più facile raggiungere la scuola. I volontari di UILDM mi accompagnavano a scuola, all’ospedale ed in altre situazioni.
All’inizio la scuola non andava molto bene, ero iscritta alla classe 1°, le compagne mi prendevano in giro, allora ho segnalato la situazione alla presidenza ed ho chiesto di essere spostata nella 2° classe. Le professoresse mi hanno detto che mi avrebbero lasciata nella classe 2° solo se osservavano miglioramenti con la lingua italiana per capire meglio i compiti indicati alla classe. Allora mi sono impegnata moltissimo e dopo un’ po’ di verifiche ed interrogazioni mi hanno confermata nella classe seconda dove sono stata accettata dalle compagne ed ho coltivato bellissime amicizie con Berenice e Vittoria.
Anche le insegnanti che ho incontrato nel mio percorso formativo mi hanno aiutata molto, mi aiutavano negli spostamenti, mi concedevano più tempo per terminare i lavori. Nonostante le mie difficoltà nella manualità, ho imparato a cucire. A volte organizzavamo delle sfilate di moda in cui ogni alunna preparava dei vestiti. Io ho preparato quattro vestiti lavorando a casa con calma. Dopo qualche anno ho iniziato a giocare nella squadra di hockey Goodfellas di Pavia dove attualmente gioco ancora. Mi sono diplomata con un’ottima votazione nel 2016. Ho intenzione di approfondire il percorso formativo iscrivendomi all’ Università.
Da un paio di anni vivo in una casa con la mia famiglia. I volontari della UILDM hanno continuato ad aiutarmi. Ora sono diventata io stessa volontaria di Servizio Civile Nazionale! È una bella esperienza perché ho conosciuto dei compagni fantastici. Mi piace essere in contatto con gli altri ed aiutare gli altri ragazzi con disabilità. Da quando sono arrivata in Italia ad oggi sono migliorate le mie condizioni di salute, perché oggi posso muovermi liberamente con la carrozzina e senza sforzarmi e anche perché questo mi permette di essere autonoma, giocare a hockey, fare corsi di cucina, aiutare gli altri, spostarmi nella mia città per svolgere molte attività. Quando sono arrivata avevo tanti dubbi riguardanti la mia condizione e dopo il percorso che ho fatto e l’aiuto di molte persone che mi hanno sostenuta, ora non penso più al peggio ma sono felice, cerco di andare avanti con positività e determinazione.
La testimonianza di Sylvie è stata raccolta
durante il corso di formazione "Precedo" organizzato da LEDHA