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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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24 Marzo 2015

Investire sulla vita indipendente anche per la disabilità intellettiva

di Marco Bollani

Una riflessione a partire dal documento redatto qualche settimana fa da LEDHA sul tema della vita indipendente.

Ho letto con molta attenzione il documento redatto da LEDHA sul tema della vita indipendente e la lettera inviata a Regione Lombardia sullo stesso argomento. Vorrei partire da qui per condividere alcune riflessioni su questo argomento.

1. Non sarebbe il caso di provare a suggerire a Regione Lombardia delle forme di graduale avvicinamento verso uno strumento di finanziamento ad hoc per la vita indipendente? Prima di arrivare alla realizzazione di un fondo ad hoc (operazione che, immagino, richiederà tempi lunghi) non sarebbe dunque possibile iniziare a pensare a uno strumento che accompagni le persone, le famiglie, i servizi e le organizzazioni che sulla vita indipendente hanno investito e stanno investendo … 
Penso, ad esempio, alla misura del Buono per la Vita Indipendente della B2 della DGR 740.
Perché “riservarla” alle disabilità fisico-motorie quando esistono tante forme diverse di con-vivenza in appartamento che rappresentano a tutti gli effetti degli esperimenti, in alcuni casi ormai consolidati, che consentono già di prevenire il ricorso a CSS, RSD, RSA in linea con quanto previsto dal dpr 4 ottobre 2013?  Una scelta che, detto forse un po’ brutalmente e impropriamente, potrebbe consentire anche notevoli risparmi di risorse ai Comuni e alla Regione, grazie ai cospicui investimenti di genitori e familiari che hanno già provveduto a mettere a disposizione le case per i propri figli ma anche per i figli di altri genitori, in un ottica già compiuta di solidarietà e sussidiarietà familiare

2. Durante questa fase “ponte” si potrebbe intervenire con più decisione per andare a definire, legittimare e sostenere quelle esperienze di con-vivenza in appartamento che costituiscono davvero, (e lo stanno dimostrando) un ampliamento delle possibilità di scelta per le persone con disabilità rispetto ai percorsi che portano solo ai servizi standardizzati del cossi detto “primo pilastro”. Soluzioni che possono rappresentare un’ipotesi percorribile per la disabilità intellettiva per attenuare il peso esistenziale della struttura, sia di grandi dimensioni (RSA RSD), sia di piccole dimensioni  (CSS CA).

3. Un'ultima riflessione, ma non meno importante. Le opportunità appena descritte potrebbero essere promosse e attivate coinvolgendo direttamente le unità d’offerta standardizzate, potizzando di prevedere incentivi per quelle realtà come RSD, CSS, CDD che siano in grado di prevedere e promuovere sperimentazioni in tal senso di progetti di vita indipendente per i loro utenti, mantenendo diversi elementi di integrazione attiva con queste realtà di convivenza nella loro fase di avviamento e di consolidamento, in un logica di filiera di servizi e di approccio integrato “multi servizio” .



Tra l’altro questa partita può costituire anche un’opportunità per riflettere sul ruolo del CDD e di tutta la filiera dei servizi alla luce della convenzione ONU: a quale ruolo ea a quale funzione sociale essi hanno assolto fino ad oggi ed a quale evoluzione di mandato istituzionale potranno andare incontro in coerenza di quanto previsto dalla Convenzione ONU ?

Tutto ciò mi pare attuale e forse anche un po’ urgente rispetto al posizionamento di molte esperienze all’interno della rete di Anffas Lombardia e del movimento cooperativo che stanno emergendo sul territorio lombardo:
a)  non sono poche le esperienze Anffas ed extra Anffas che stanno investendo sul tema della vita indipendente delle persone con disabilità;
b)  le diverse posizioni concettuali, così come gli strumenti normativi regionali che oggi riflettono sul tema della vita indipendente non sono immuni dal rischio di concezioni parziali ed anche di opzioni che possano risultare discriminatorie;
c)  il tema della vita indipendente è il tema portante dell'Agenda 2015 di Anffas che ha compiuto una scelta di posizionamento molto forte ed esplicita coerente con il dettato normativo della convenzione ONU.

Marco Bollani
Come Noi Cooperativa Sociale Mortara (PV)
Tecnico Fiduciario Anffas Lombardia
Confcooperative Pavia

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