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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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16 Ottobre 2013

Assolta per non aver commesso il fatto

di Assia Andrao - Retina Italia onlus

Accusata di essere una "falsa cieca" una signora di Lugo (Ra) ha dovuto subire un lungo processo anche mediatico. Chiediamo alla Rai scuse pubbliche alla signora e, a tutti i disabili visivi.

Non ha truffato l'INPS, non ha percepito la pensione di invalidità ingiustamente, non ha derubato il popolo italiano. Ma ha dovuto subire un'indagine, un processo durato due anni, atti vessatori, perquisizioni, e grazie a "L'Arena" di Massimo Giletti del 1° Aprile 2012, anche la gogna mediatica. Chi la ripagherà di tutto questo? Abbiamo già scritto e riscritto di come la superficialità, l'ignoranza e soprattutto la bieca voglia di gridare allo scandalo anche se non c'è, abbiano creato una serie di gravi conseguenze. Per la signora naturalmente e per tutte le persone con disabilità visiva.

La storia della signora di Lugo (che potete leggere qui) è la storia di una persona affetta da "retinite pigmentosa": una degenerazione progressiva della retina che può portare alla cecità totale, senza nessun residuo visivo se pur minimo. È una malattia genetica rara e non ha terapia, sono coinvolti più di 100 geni che possono avere molteplici mutazioni che causano l'insorgenza della malattia che può avere così evoluzioni diversificate da soggetto a soggetto. I primi sintomi consistono nella diminuzione della capacità di vedere al buio e nel restringimento del campo visivo.

Il giudice cha ha emesso l'assoluzione non ha fatto altro che applicare la legge (numero 138 del 2001) che dopo molte battaglie ha finalmente riconosciuto l'ipovisione e stabilito una nuova classificazione delle disabilità visive, che considera non solo il residuo visivo ma anche il residuo perimetrico binoculare, facendo riferimento a cinque classi di disabilità visiva: cieco totale, cieco parziale, ipovedente grave, ipovedente medio-grave, ipovedente lieve.

La retinite pigmentosa e altre distrofie retiniche sono patologie degenerative progressive. Con l'aggravarsi della malattia, chi ne è affetto si troverà a far parte di volta in volta di tutte queste cinque categorie, da ipovedenti lievi a ciechi totali. Ed è quindi soggetto anche a dover chiedere l'aggravamento della disabilità sottoponendosi di volta in volta ai relativi controlli e giudizi da parte delle commissioni.
Queste persone, e sono tantissime, sono le prime vittime dei "falsi ciechi" e delle truffe che vengono scoperte dalle forze di polizia giudiziaria. Lo sono doppiamente: da un lato perché i truffatori, con la connivenza delle commissioni mediche, rubano soldi pubblici già scarsi. Dall'altro perché viene fatta di ogni erba un fascio, e le persone oneste, cieche o ipovedenti, si sentono sotto accusa, non vengono più credute, sono costrette a umiliazioni impensabili in un Paese civile.

“La questione" dei falsi invalidi non solo aumenta la diffidenza ma soprattutto, se trattata in maniera sbagliata e strumentalizzata, come fatto fino ad ora, non aiuterà a intercettare i veri falsi invalidi. Riporterà invece le persone con disabilità ad essere escluse dalla vita sociale e in questo modo la nostra società civile farà solo grandi passi indietro.
Chiediamo quindi che da parte della RAI vengano presentate scuse pubbliche alla signora di Lugo, e a tutti i disabili visivi, unitamente ad un atto formale e pubblico di chiarimento anche della legge 138/01, con intervento di interlocutori competenti sulla patologia, sulla normativa e sulla vita delle persone con distrofie retiniche, al fine di fare una informazione corretta ed etica.

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