Quelle graduatorie “inaccessibili”
“Ho una figlia disabile al 100%, ma non riesco ad accedere ai contributi previsti dalla legge per una modifica all'auto. E non è la prima volta: non ne chiederò mai più. Povero sono e povero resterò, ma con dignità”.
Mi chiamo Luigi Marasco ho 64 anni e vivo a Como. Sono il papà di Cristina, 37 anni. Mia figlia è nata con un encefalo meningocele ed è disabile al 100%. Non cammina, non è in grado di intendere e di volere. Io sono il suo Tutore e vive da sempre con me presso il mio domicilio.
Il trasporto di Cristina, che avviene solo in carrozzina, è sempre stato estremamente difficoltoso e con l'avanzare dell'età (la sua e la mia) le difficoltà si sono sempre più accentuate al punto che metterla in macchina, era diventata pressoché impossibile. Il tutto è ostacolato anche dalle mie condizioni di salute, dal momento che sono cardiopatico.
Ad aprile 2012, ho fatto modificare il sedile anteriore destro della mia auto mediante una base girevole che permetteva la fuoriuscita dello stesso all'esterno dell'auto. In questo modo, anche se dovevo sostenere lo sforzo di sollevare Cristina a braccia per alzarla dalla carrozzina e posarla sul sedile, l'ingresso nell'auto era notevolmente agevolato. Una modifica che mi è costata 2.132 euro.
Quest'anno, con l'assistenza della signora Manuela Ventura dell'ASL di Como, ho presentato domanda per avere un parziale contributo, in base a quanto previsto dalla Legge regionale 23.
Alla domanda era allegata anche una relazione dello psicologo del cdd di Como che evidenziava come quello strumento più che a Cristina servisse a noi genitori per agevolare una vita già abbastanza travagliata da 37 anni.
Pochi giorni fa ho ricevuto comunicazione che la mia domanda, stante la graduatoria e i fondi stanziati, era stata respinta. Mi è già successo per altre occasioni (buoni comunali, sussidi, ecc.) e anche stavolta mi sono sentito profondamente umiliato tanto che, per rispetto anche a mia figlia, ho giurato a me stesso che mai più chiederò contributi. Povero sono e povero resterò, ma con dignità.
Mi auguro che i contribuiti siano andati a disabili in condizioni molto più gravi di quella di mia figlia ma faccio fatica, veramente tanta fatica, a credere che esistano, basta consultare tutta la documentazione che ho allegato alla (inutile) domanda.
Ritengo altresì che, quando si tratta di disabili, ovviamente veri, essi siano tutti uguali e allo stesso modo debbano essere trattati; quindi ci fosse a disposizione anche un solo euro, questo va ripartito per tutti senza discriminanti e inutili graduatorie.
Grazie lo stesso, cordiali saluti.
Luigi Marasco