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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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2 Aprile 2012

VOCI DAL WELFARE

di Giorgio Fumagalli

Venerdì scorso si è svolto a Carate Brianza il terzo ed ultimo incontro del ciclo "Voci dal Welfare". Riportiamo l'intervento del presidente del Coordinamento Disabilità&Diritti della provincia di Monza e Brianza...

 

"Buongiorno a tutti,

 

non ho particolari titoli per essere qui oggi a parlarvi dei problemi delle persone con disabilità. Sono semplicemente un famigliare e il rappresentante di famigliari e di persone con disabilità, in quanto presidente del Coordinamento Disabilità&Diritti della provincia di Monza e Brianza - l'associazione nata un anno fa per raggruppare le associazioni di volontariato che si occupano nell'ambito provinciale di aiutare le persone con disabilità, qualsiasi essa sia, in modo da rendere più efficace la loro azione e di ASVAP Monza e Brianza onlus- associazione di Salute Mentale.

 

Mi è stato chiesto di portare degli esempi di criticità sugli interventi offerti dai servizi pubblici e degli eventuali suggerimenti o possibili soluzioni nei confronti di quello che viene fatto nel nostro territorio, per i disabili.

 

Allora partiamo da questo... e vi dico subito che se l'intento è quello di farci capire che le risorse sono sempre più esigue io dico che, come mi è stato insegnato nella mia attività lavorativa, le risorse sono sempre scarse per definizione.

Le risorse, cioè, sono sempre inferiori alle necessità per cui vengono stanziate, sono sempre insufficienti, e sempre lo saranno.
Ma questo non autorizza nessuno a non intraprendere con le risorse che ha a disposizione, altrimenti finirebbe tutto in una stagnazione immota, senza alcuna possibilità di progresso, e senza via d'uscita.

 

Certamente oggi la difficile situazione economica in corso comporta nel nostro caso un aumento della domanda di aiuto e sostegno da parte delle famiglie che hanno in casa il problema della disabilità e dall'altra parte colpisce il sistema di protezione sociale delle istituzioni -in particolare dei comuni, che sono certamente l'istituzione più vicina al cittadino- impoverendoli di risorse. Ma oggi non sono qui a snocciolarvi una serie di cifre più o meno importanti, ma piuttosto a ribadire dei concetti basilari e a portarvi la testimonianza di alcune famiglie e persone con disabilità che ho interpellato.

 

Quindi oggi il problema può essere riassunto così: consideriamo la spesa per gli interventi sociali a favore delle persone con disabilità come un costo -e quindi da ridurre e comprimere- o come un investimento sociale -e quindi da rendere più efficace e produttivo di futuri risparmi?

Vediamo: la riforma del welfare lombardo che ha certamente -a nostro avviso- necessità di una revisione e di nuovi indirizzi, oggi è orientato da:

Ma qual è -quindi - la situazione attuale?...:

 

Sembrerebbe quindi che da parte delle forze politiche quello che si spende a favore dei disabili venga considerato piuttosto come un costo improduttivo e quindi da ridurre e comprimere, piuttosto che un investimento.

Ma la spesa per i servizi sociali, nel loro complesso, è, nel nostro paese, ai livelli più bassi se la paragoniamo all'Europa; spendiamo meno della metà della percentuale di PIL rispetto agli altri Paesi. Di fronte ai tagli dei fondi sociali diventa fondamentale la nostra richiesta ai Comuni di compensare, con risorse proprie, i mancati trasferimenti nazionali e regionali, considerando la spesa per le politiche sociali tra quelle prioritarie per lo sviluppo e la coesione sociale.

 

Per passare alle cosiddette "criticità"...
Ho fatto una breve "inchiesta" -diciamo così- presso alcune famiglie e alcune persone disabili allo scopo di raccogliere le loro necessità e i loro bisogni.

Bisognerebbe poter intervenire su questi fattori per poter trasformare questo in investimento. Ad esempio:

Ce ne sarebbero altre, ma per il momento mi limito a queste, le più pressanti.

 

Queste cose -secondo noi- favorirebbero una migliore integrazione sociale delle persone con disabilità e quindi un "risparmio", in tutti i sensi.

Non dimentichiamoci -inoltre- che in Italia abbiamo degli strumenti giuridici che tutelano le persone con disabilità, ed essenzialmente :

Oltre alla Leggi:

che sono solo le principali, ma non sono tutte...

 

In definitiva, le persone con disabilità e le loro famiglie, che complessivamente e almeno per il momento, hanno del sistema di intervento sui disabili un giudizio più sul versante positivo che su quello negativo, chiedono di poter essere più informati, meglio ascoltati, più seguiti e indirizzati nel compiere le scelte che influenzeranno la loro vita.

Mettere al centro la persona, questa è la via per raggiungere gli obiettivi di assicurare alle persone con disabilità una vita dignitosa ed integrata e nel contempo di comprimere e ridurre i costi -in tutti i sensi- sia sociali che economici.

 

Quindi -a mio avviso- se non verrà garantito un soddisfacente intervento delle istituzioni -ed in primis dei comuni- sarà inevitabile un aumento dei ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato da parte di cittadini che sono tali e che vogliono rimanerlo, così come a suo tempo il legislatore ha previsto e -di conseguenza- ha legiferato.
Perché essere cittadini tra cittadini, essere persone tra persone - è la naturale aspirazione di ogni persona umana - disabili o non disabili che siano!

 

Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato..."

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