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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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6 Giugno 2011

Elezioni, un'occasione quasi persa

di Antonio Giuseppe Malafarina

Giovedì 19 maggio la Ledha scende in piazza a Milano per protestare contro i tagli ai servizi sociali: una decurtazione di investimenti a livello nazionale calcolata nell’87% (da Club 3)

Si passa da oltre due miliardi e mezzo di euro investiti nel 2008 ai 545 milioni previsti per il 2011. Le ricadute del calo sono a carico degli enti locali che con molte meno risorse devono provvedere a garantire gli stessi servizi. Operazione ragionevolmente impossibile e per la quale pagheranno le tante persone con disabilità che vedranno ridotti drasticamente i già insufficienti servizi erogati.

Esprime preoccupazione anche il presidente dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) della Lombardia che comunica che finora ai tagli si è fatto fronte riducendo la spesa per gli investimenti ma che tale andamento non è più sostenibile.

La mia preoccupazione, tuttavia, è ancor più grave: se l'attuale classe dirigente non soddisfa le persone con disabilità perché i loro rappresentanti alle elezioni non ottengono consenso? Ero fiero, fino al giorno prima dei risultati, di far parte di una stagione di rinnovamento della politica italiana. Molti erano gli specialisti e gli altrettanto autorevoli candidati disabili a un posto in consiglio comunale, soprattutto a Milano e a Bologna, e tutto lasciava sperare che avrebbero trovato l'apprezzamento necessario per sedere fra i banchi di chi governa o, quantomeno, all'opposizione. Invece 150 voti circa a Bologna su cinque candidati e 532 a Milano da suddividere per i due candidati su versanti opposti (344 a 188 per quello a sostegno di Pisapia).

Un dato avvilente se consideriamo un tasso medio di 2,5 votanti disabili su cento elettori che avrebbe dovuto portare circa 16.000 votanti sui 670.000 finali a Milano e circa 5.400 sui 215.000 approssimativi a Bologna. Mancano all'appello migliaia di voti. Manca la quasi totalità dell'elettorato disabile. Perché?

Poco probabile che sia per ragioni tecniche perché la gran parte dei seggi elettorali delle due città è accessibile o in alternativa il voto è concesso a domicilio e pur volendo dimezzare il 2,5% di popolazione con diritto di voto sulla totalità dei votanti le cifre non cambiano molto perché continuano a mancare migliaia di voti. Dunque? Dunque possono esserci due principali possibilità. Può essere che non si sia fatta sufficiente campagna informativa oppure può essere che l'elettorato disabile non abbia volontà di votare neppure di fronte a candidati esperti in materia. Mi chiedo: a chi spettava la campagna di informazione? Ai singoli, certamente, come accade per tutti gli altri candidati che provvedono di per sé a farsi conoscere, ma anche alle associazioni, che avevano tutto l'interesse a promuovere candidati della loro area. Qui qualcosa non ha funzionato, però non basta perché dei candidati di Milano un po' si è parlato (almeno sul Web) e ciononostante i risultati hanno dato solo una manciata di voti (attorno al 10% dei potenziali votanti considerando l'1% medio anziché il citato 2,5).

È da escludere a priori, inoltre, la questione dell'appartenenza politica perché nel capoluogo si poteva scegliere fra due buoni candidati sistemati proprio su schieramenti contrapposti: l'elettore di centro-sinistra poteva votare per il candidato della propria fede politica e lo stesso poteva fare quello di centro-destra. Nemmeno l'astensionismo medio c'entra perché i conti sono fatti sui dati degli effettivi votanti, cioè includono in partenza l'astensione mantenuta dagli elettori.

Allora che cos'altro c'è? Molto probabilmente c'è che l'elettorato disabile non ha voluto cogliere questa opportunità. Né loro e né i familiari, che se avessero votato avremmo avuto altre percentuali. La gente o non ha votato o l'ha fatto per altri nomi. Peccato. Sarebbe stata un'occasione in più per accreditare le proteste e per cercare di risolverle con uditori della propria parte.

Antonio Giuseppe Malafarina - Gruppo Headnet del Besta, sulla salute pubblica e sulla disabilità

Tratto da Club 3 Vivere inArmonia

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