“Il DAMA con gli occhi di una nuova volontaria”
L'esperienza al Disabled Advanced Medical Assistance, unità operativa gestita dall'Ospedale San Paolo di Milano in collaborazione con LEDHA che offre un servizio di accoglienza sanitaria dedicato alle persone con grave disabilità.
Il DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance) è un'unità operativa gestita dall'Ospedale San Paolo di Milano in collaborazione con LEDHA che offre un servizio di accoglienza sanitaria dedicato alle persone con grave disabilità.
Se dovessi utilizzare delle parole per descrivere il DAMA, sceglierei i termini accoglienza, mediazione e relazione.
Nello specifico, il compito principale di un volontario DAMA consiste nell'accogliere la persona disabile e la sua famiglia (o, a seconda dei casi, l'operatore o educatore che lo accompagna in ospedale), che si rivolgono alla struttura ospedaliera per esami, visite ambulatoriali o ricoveri in day-hospital.
Questo momento risulta essere particolarmente "delicato" perché caratterizzato da una più che comprensibile apprensione da parte, soprattutto, dei familiari della persona disabile.
Comprensibile perché l'ansia per il fatto di trovarsi in ospedale per una visita o fare degli esami va ad aggiungersi spesso ad una seria difficoltà a livello comunicativo in casi di grave disabilità o a patologie di base già complesse.
Il ruolo sinergico del volontario è quindi volto a rendere il più sereno possibile il rapportarsi con l'ospedale, cercando quanto più può di rassicurare i familiari e farli sentire a proprio agio, fornendo informazioni ed essendo pronti e disponibili a eventuali chiarimenti così come ad ovviare ad imprevisti di vario genere.
Oltre che con i familiari della persona disabile o l'operatore o educatore, il volontario ha un rapporto diretto anche con medici e personale sanitario prima, dopo e durante l'esame o la visita in questione.
E' un rapporto di mediazione e collante tra le singole unità coinvolte: dalla fase di verifica dei referti delle precedenti presenti nella cartella e necessari per l'esame o la visita del giorno, allo spostamento con la persona disabile fino ad assistere, spesso, all'esame o alla visita vera e propria.
A mio avviso è però il termine relazione il più significativo e, di fatto, il più rappresentativo della filosofia del DAMA. E' il relazionarsi, seppur per poco tempo, con la persona disabile il reale valore aggiunto di questa esperienza di volontariato, un qualcosa di sempre nuovo e diverso a seconda della persona che si ha di fronte, un qualcosa forse di difficile da spiegare a parole e che soltanto vivendolo si riesce a comprendere appieno nel suo senso più vero, un qualcosa che, al di là di ogni retorica, fa davvero stare bene....
Gaetana Mugavero
Opinione già pubblicata il 21 febbraio 2011.