Controlli INPS: riflessioni di un genitore
Continuano le verifiche dell'INPS rispetto al piano di verifiche nei confronti dei titolari dei benefici economici. La parola a un genitore
Carissimi,
non è mia abitudine lagnarmi genericamente delle cose che non vanno.
Preferisco cercare di conoscere e toccare con mano le situazioni.
La settimana scorsa, come tante altre persone coinvolte nella disabilità, ho ricevuto la lettera dell'INPS indirizzata a mio figlio Alberto nella quale, in modo perentorio, si chiede di esibire, entro 15 giorni dalla ricezione, la documentazione attestante lo stato invalidante che ha dato luogo alla prestazione dei benefici economici dei quali è titolare.
La richiesta si inserisce, come l'INPS dichiara, in un piano di verifiche nei confronti dei titolari di benefici economici.
Ho subito collegato l'operazione alla campagna di individuazione dei falsi invalidi che, beninteso, condivido ma che dovrebbe ed anzi avrebbe già dovuto essere condotta con ben altre modalità. Per esempio, verificando l'operato dei membri delle commissioni preposte al riconoscimento della invalidità.
Non voglio soffermarmi su aspetti già da voi ampiamente discussi.
E' certo, tuttavia, che il mero esame delle carte probabilmente non consente di snidare i falsi invalidi.
Desidero descrivere brevemente cosa ho vissuto io che, per capire, sono andata all'INPS a consegnare, come richiesto, il verbale di invalidità, i documenti relativi al riconoscimento della gravità e del diritto a percepire l'assegno di accompagnamento, la relazione medica attestante lo stato dell'interessato.
Ore 10.30: davanti all'ufficio del medico legale c'erano una ottantina di persone, per lo più anziane, in piedi senza possibilità di sedersi, alcune delle quali avevano portato con se' il figlio in carrozzina o visibilmente compromesso, che mal sopportava la lunga attesa.
Io ho concluso la mia consegna e sono uscita dall'ufficio alle 13.30. Altri erano ancora in attesa.
Nel frattempo, le persone progressivamente recepivano la violenza alla quale erano sottoposte ed aumentava la lamentela che prendeva, come sovente accade, forme di qualunquismo e di bassa rivendicazione: i polli di Renzo insegnano.
Frasi come: io gli spacco la testa, sono tutti uguali, bisognerebbe dar fuoco, è una vergogna. E poi il racconto di inenarrabili calvari personali.
Ma la paura indotta dalla intimidazione della lettera ('La informo inoltre che se la sua posizione non può essere verificata sulla base della documentazione prodotta sarà ugualmente convocato a visita') trasformava tutti in schiavi succubi di un potente padrone che detta legge, può togliere la pensione e chissà cos' altro.
Altro che cittadini di una società civile!
Altro che diritti riconosciuti alla persona!
Chiedo:
perchè queste verifiche non sono state avviate in collaborazione con le Associazioni?
perchè i dati non possono essere recepiti dalla ASL?
perchè le persone con disabilità che fruiscono di servizi erogati dal Comune o da enti gestori accreditati e che sono quindi note al sistema devono subire questo tipo di trattamento?
Chiedo alla LEDHA di cercare di interrompere questo supplizio e di concordare con l'INPS le modalità per consentire all'Istituto di effettuare i necessari controlli senza, però, accanirsi su persone già largamente provate dalla fatica fisica e morale.
Il buon senso e una certa capacità organizzativa potrebbero risolvere questo problema ed anche tanti altri con maggior efficacia e con minori sprechi.
Grazie per l'attenzione e un caro saluto
Nenette Anderloni