RSD: considerazioni
Cooperativa Sociale Punto d'Incontro Servizi - RSD La Parolina apporta il suo contributo al dibattito iniziato con l’articolo apparso su Persone con Disabilità “RSD: un servizio da ripensare?”
L'analisi del documento è stata fatta da alcune figure professionali presenti nel servizio:
il coordinatore del servizio
un medico di base
lo psichiatra consulente
lo psicologo responsabile
un infermiere
quattro educatori professionali
Attraverso la lettura del testo e la discussione, sono emerse le considerazioni che sotto riportiamo. Riteniamo comunque importante, come struttura, proseguire in questa riflessione coinvolgendo nel breve e medio periodo tutto il personale in servizio nella RSD e i familiari degli ospiti.
Premettiamo che sarebbe comunque opportuno, al fine di consentire una migliore rappresentazione del lavoro svolto all'interno del servizio, riuscire a comunicare con le modalità adeguate lo svolgimento delle attività ordinarie, le proposte straordinarie (ad esempio: http://settimanadellamusica.posterous.com/ - video ultima festa del 26 maggio -, la partecipazione ad eventi e manifestazioni (Festival del Cinema, Espansione Creativa, Nova Musica Festival, Giochi senza Barriere.....) L'analisi proposta nel vostro articolo contiene alcuni elementi che sono riscontrabili anche nella nostra RSD. Il rischio di una involuzione del servizio, di un progressivo avvicinamento al modello dell'istituto sono certamente motivo di riflessione. Infatti fin dai primi anni di apertura, sollecitati in modo particolare dalle riflessioni del nostro Psicologo Responsabile, ci si è interrogati sull'applicazione dell'impostazione comunitaria nella RSD. Consapevoli dei limiti e dei vincoli giuridici, si è sempre utilizzato la definizione di struttura comunitaria. Crediamo però sia utile e necessario, attraverso uno sforzo di serena autovalutazione e autocritica a partire da noi e dal nostro lavoro quotidiano di responsabili - medici - infermieri - ausiliari - educatori, etc, provare a verificare quali spazi di riflessione e miglioramento organizzativo / operativo è possibile compiere. Ci sembra opportuno comunque da subito sottolineare come il rischio dell'impedimento o limitazione della possibilità di scelta, vada però realisticamente bilanciato con la possibilità di conoscere quali sono i bisogni degli ospiti (non quelli nostri che proiettiamo su di loro) considerato il loro livello di gravità e compromissione e le loro capacità di scelta.
La trasparenza nel processo di lavoro, il coinvolgimento attivo delle famiglie, l'équipe come luogo di regolazione delle proiezioni / desideri / aspettative possono essere strumenti di legame con la realtà e di legame con l'immagine realistica dell'ospite.
Crediamo inoltre che non è la "natura" del servizio RSD ad impedire la promozione - tutela -garanzia dei diritti dei disabili, ma eventualmente la modalità con cui il servizio viene pensato e gestito nella sua globalità. Nella delibera regionale 12620 del 07/03/2003 si specifica che devono essere garantiti all'interno della RSD i seguenti aspetti:
1. prestazioni ad elevato grado di integrazione sanitaria
2. riabilitazione di mantenimento
3. residenzialità anche permanente
4. programmi individualizzati
5. coinvolgimento delle famiglie
Dentro i punti 4 e 5 ci sono spazi di lavoro ampi e che danno margine di lavoro non indifferente alle strutture. La possibilità di cambiamento è vero che può essere "imposta", stimolata dalla normativa, ma nasce fondamentalmente dalla attenzione e dall'investimento che viene dato alla cura del processo di lavoro ordinario della RSD. Se proviamo a dettagliare il lavoro che viene svolto all'interno della struttura e si utilizza una chiave di lettura che evidenzia punti di forza / aspetti positivi e criticità / aspetti da migliorare, si nota come siano molteplici le possibilità di analisi. Dalla nostra valutazione, dall'esperienza quotidiana del nostro servizio, vogliamo mettere in evidenza i seguenti aspetti / nodi cruciali di lavoro:
1. Qualità della vita degli ospiti disabili. E' determinata innanzitutto dalle cose apparentemente semplici ma in realtà fondamentali perché quotidiane: varietà del menù, adeguatezza del clima interno (temperatura, climatizzazione), qualità dei presidi per l'incontinenza, dei prodotti per l'igiene personale, frequenza del parrucchiere, qualità dei materassi ....
E' poi determinata da tutte quelle azioni che consentono di mettere al centro del lavoro "la persona" con i suoi bisogni (sia quelli che è in grado di esprimere, sia quelli da interpretare): monitoraggio della salute, del suo stato psicologico, proposte di attività adeguate alla persona, qualità della vacanza al mare ....... E' opportuno fare una riflessione sincera sulla reale personalizzazione dei progetti individuali, se davvero rappresentano il singolo ospite o se lo "inquadrano" nello schema della struttura. Utile è anche la presenza di specialisti; nella nostra struttura sono ad esempio presenti un musicoterapista, un animatore teatrale, lo psicomotricista. Crediamo che la corretta modalità di relazione da parte degli operatori sia fondamentale.
2. Motivazione degli operatori: il personale che opera all'interno delle strutture è sottoposto a continue richieste di ridefinizione del proprio ruolo. Nel corso degli ultimi anni si sono introdotte nuove variabili che stanno modificando la percezione generale del lavoro e
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dell'immagine sociale di esso, la corretta definizione "dell'oggetto di lavoro", la definizione dell'identità lavorativa. Elenchiamo alcune variabili: la specializzazione delle figure professionali (introduzione OSS), aumento del personale straniero, introduzione ordinaria della presenza sindacale, percorsi formativi educativi iniziali solo universitari, introduzione di normative in termini di privacy, aggravio delle procedure per la sicurezza.
Tutto questo va correlato alla tipologia delle disabilità degli ospiti delle RSD: gravissimi, spesso con pluripatologie, con problematiche comportamentali di difficile gestione. Riteniamo quindi prioritaria l'attenzione ai percorsi di formazione e aggiornamento continuo, di supervisione, di verifica delle motivazioni attraverso riunioni in cui coinvolgere il personale anche attraverso momenti assembleari. Infine, l'équipe multidisciplinare deve essere considerata una risorsa preziosa, non un limite. Non essendo ciò scontato è necessario dedicare tempo sufficiente per supportare questa funzione nell'équipe.
3. Modalità di rapporto con le famiglie: la relazione con le famiglie, la capacità di stabilire un rapporto di "alleanza", la fiducia reciproca non sono elementi automatici. Sono invece il frutto di un paziente e continuo lavoro di attenzione, disponibilità e correttezza nelle relazioni. Sono parte di questo processo il numero di incontri individuali e di gruppo offerti alle famiglie, la facilità di comunicazione con l'équipe medica, con lo psicologo responsabile, con il coordinamento; vanno ulteriormente approfonditi gli strumenti di valutazione della soddisfazione dei familiari, affinchè non siano un mero adempimento burocratico, ma reale occasione di scambio. E' importante per la famiglia riuscire ad avere una adeguata restituzione delle attività che svolge il proprio familiare, valorizzando anche i nuovi strumenti informatici.
4. Inserimento nella realtà territoriale: è forse il punto più complesso e di difficile soluzione. Innanzitutto la presenza volontari all'interno del servizio è di fondamentale importanza, anche se non si può negare la difficoltà a strutturare percorsi specifici per volontari con una utenza così compromessa. E' una sfida per la struttura riuscire a ipotizzare e realizzare dei percorsi di partecipazione ad eventi del territorio, di conoscenza del quartiere, di inserimento nella comunità più ampia. E' opportuno evitare inutili demagogie in riferimento all'inclusione sociale, che deve esserci ma essere a misura degli ospiti. La tutela della loro dignità deve essere prioritaria nelle relazioni sociali e richiede un graduale percorso di maturazione della comunità stessa.
La promozione culturale della disabilità, delle possibilità e necessità di integrazioni sono quindi attività irrinunciabili per il servizio e richiedono investimento di tempo e risorse. Concludiamo con la speranza che questo sia l'inizio di un possibile scambio più ampio, che favorisca e incentivi occasioni in cui parlare della RSD: ospiti - operatori - familiari per avere uno sguardo orientato al futuro.
Cooperativa Sociale Punto d'Incontro Servizi - RSD La Parolina
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