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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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14 Giugno 2010

Tra diritti e privilegi (pensieri spigolosi)

di Katia Pietra - Rappresentante legale Coordinamento Pavese Problemi dell handicap

Il grado di Civiltà e di Maturità di una società è misurabile dalla Cultura diffusa e dal senso di solidarietà e appartenenza della comunità.

L'odierna crisi economica pone l'esigenza di affrontare scelte. In molte famiglie le scelte sono vitali: cibo, alloggio, servizi essenziali come gas, elettricità e sanità, anche se spesso questa voce rimane all'ultimo posto: o ci si cura o si mangia.
Essere ammalati, disabili rappresenta un costo sociale ... ed ora dovremmo sentirci in colpa per essere tali!? Sentirci un peso per il nostro Paese?
Abbiamo il privilegio di Euro 256,67 purchè non si abbia un lavoro e ci sia riconosciuta un'invalidità compresa tra il 74% ed il 100% (con le nuove regole ci vorrà almeno l' 85%.) ... certo che se un 40enne che perde il posto è già "fuori" dal "mercato del lavoro" perché non è conveniente assumerlo e non è competitivo con neo laureati assunti cocopro a vita, in formazione permanente, in questa situazione quante possibilità ha un disabile?
E se per caso lavoriamo diventa privilegio il lavoro, come se quel reddito fosse un "di più", come se il nostro lavoro fosse soprattutto passatempo, integrazione, riabilitazione e non sostentamento.
Quindi abbiamo da vivere con Euro 256,67 al mese, ma se considerati "persona impossibilitata a compiere gli atti quotidiani della vita con conseguente necessità di un'assistenza continua", allora ci aggiungono "l'accompagnamento": Euro 480,47.
Sarebbe quasi un buon reddito per un individuo autosufficiente che magari integra con qualche lavoretto in nero. Ma per chi, oltre alle spese correnti, deve provvedere alla propria assistenza stipendiando "badanti", oppure per la famiglia che deve farsene carico, spesso rinunciando al lavoro o alla carriera e al tempo libero...!?

Riporto dal sito olokaustos Al processo di Norimberga il segretario di Stato Lammers ricordò il punto di vista di Hitler sull'eutanasia:
"Ho sentito parlare per la prima volta di eutanasia nel 1939 in autunno: era la fine di settembre o l'inizio di ottobre quando il Segretario di Stato dottor Conti, Direttore del Dipartimento di Sanità del Ministero degli Interni fu convocato ad una conferenza del Führer e vi fui portato anche io. Il Führer trattò per la prima volta in mia presenza il problema dell'eutanasia, affermando che riteneva giusto eliminare le vite prive di valore dei malati psichiatrici gravi attraverso interventi Se ben ricordo portò ad esempio le più gravi malattie mentali, quelle che consentivano di far stare i malati solo sulla segatura o sulla sabbia perché, altrimenti, si sarebbero sporcati continuamente, oppure i casi in cui i malati ingerivano i propri escrementi e cose simili. Ne concludeva che era senz'altro giusto porre fine all'inutile esistenza di tali creature e che questa soluzione avrebbe consentito di realizzare un risparmio di spesa per gli ospedali, i medici e il personale".

Ricordare l'Aktion T4 sembrerà eccessivo, spropositato, ma in tempi di crisi dell'economia le spese che la società mal "sopporta" son quelle dei "parassiti" improduttivi, da curare, a cui destinare risorse da sottrarre al cosiddetto PIL.

Noi individui truffaldini, sanguisughe, pronti a rivendicare il parcheggio riservato e il pass per il centro, magari per andare al bar per un caffè con gli amici, "...ma perché non evita il centro e non va in periferia?", questo è stato il commento che ho sentito perché infastidiva l'auto di un disabile in centro storico. Mentre per la stessa persona è ovvio che per l'acquisto del "suv" si possa usufruire del-l'IVA al 4%, intestandolo alla suocera disabile ottantenne che naturalmente mai ci salirà.

E non preoccupiamoci se gli uffici dei Servizi Sociali sono difficilmente accessibili, avremo il privilegio che l'Assessore scenda per parlare con noi: in mezzo a un passo carraio racconteremo la nostra vita, le nostre difficoltà, senza pudori o stupide esigenze di privacy. Certamente non possiamo pretendere che l'Assessore rinunci all'ufficio bello e prestigioso nel palazzo antico, meglio tenerci i gradini inaccessibili.

Stretti tra diritti e privilegi noi dovremmo starcene buoni in un angolo, al buio, a pane acqua, questo potremmo permetterci con la pensione.
E l'assistenza?... non so, forse dovremmo starcene seduti su una "comoda", così restiamo asciutti e puliti con minimi interventi assistenziali... Dopotutto, mi è stato detto da un dirigente dei servizi sociali, accudire due persone totalmente dipendenti, di cui una allettata e l'altra anche con problemi respiratori e con necessità d'aspirazione dalla tracheotomia, "si tratta di un lavoro sostanzialmente d'attesa".
Ma chi giornalmente è vicino e aiuta persone disabili gravi conosce l'impegno e il logorio fisico/mentale richiesto.

Quale scelta farà la Società Civile? Rivivremo la negazione del nostro esistere -forse- con la morte civile dell'invisibilità, della non inclusione motivata dal costo troppo elevato che la società dovrebbe suddividersi per darci dignità di vita.
Oppure sceglierà di condividere e riconoscerci come cittadini mostrando nella solidarietà il valore della sua Civiltà?

Certo non mi limiterò ad osservare, ad aspettare la decisione: so che abbiamo dei doveri ma anche dei diritti , so che non siamo soli, e ormai di questa Società Civile pretendo di farne parte anch'io rivendicando i diritti e consapevole dei doveri.

Katia Pietra - Rappresentante legale Coordinamento Pavese Problemi dell handicap

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