Questo sito utilizza cookie. Proseguendo la navigazione si acconsente al loro impiego in conformitą alla nostra Cookie Policy.
Informativa estesa         

Persone con disabilitą

A cura di Ledha

Archivio opinioni

8 Marzo 2021

Anche noi siamo donne

di EDF-European disability forum

Da quando abbiamo iniziato a organizzarci pił di due decenni fa, noi donne con disabilitą abbiamo dovuto proclamare ripetutamente ogni 8 marzo qualcosa di ovvio ma sistematicamente trascurato: anche noi siamo donne!

In questo 8 marzo, proprio come  ogni anno, alziamo la voce per condannare le discriminazioni multiple e intersezionali che noi donne continuiamo a subire e per chiedere che la società e i poteri pubblici adottino un'agenda inclusiva che abbracci la diversità delle donne senza eccezioni.

Da quando abbiamo iniziato a organizzarci più di due decenni fa, noi donne con disabilità abbiamo dovuto proclamare ripetutamente ogni 8 marzo qualcosa di ovvio ma sistematicamente trascurato: anche noi siamo donne! Siamo il 19,2% di tutte le donne e il 60% di tutte le persone con disabilità ma, a prescindere, per decenni siamo state nascoste nel termine generico di "persone con disabilità", un'espressione che erroneamente sembra coprire ed affrontare tutte le questioni ma che alla fine ha reso invisibile la nostra lotta. 
 
Inoltre, per molto tempo siamo state escluse dall'agenda femminista perché, a quanto pare, le nostre rimostranze non rientravano facilmente nelle richieste troppo omogenee e monolitiche che non potevano essere influenzate da altre considerazioni esterne al femminismo stesso.  

Ci siamo organizzate in una “terra di nessuno”, occupando spazi su entrambi i lati e sensibilizzandoli sulla realtà di milioni di donne che sono discriminate da una società maschilista che, non dimentichiamolo, è anche abilista.

Nessuno sa meglio di noi quanto sia rivoluzionario -ed essenziale- rivendicare il nostro posto di donne in una lotta il cui ultimo desiderio è proprio che questa affermazione un giorno diventi irrilevante.

Per questi motivi, negli ultimi anni abbiamo chiesto che tutte le politiche pubbliche che promuovono la parità di genere considerino altre variabili come, ad esempio, la disabilità. Allo stesso modo, e secondo un duplice approccio, tutte le politiche volte a promuovere i  diritti delle persone con disabilità integrino l’approccio di genere anche alle donne con disabilità.

Le pietre angolari su cui poggiano le nostre richieste sono la Dichiarazione e la Piattaforma d'Azione di Pechino, in cui vengono riconosciute le aspirazioni di tutte le donne in tutto il mondo e si considerano la nostra diversità e le diverse funzioni e circostanze, rispettando e apprezzando la piena diversità dei contesti e delle condizioni in cui ci troviamo e riconoscendo che alcune di noi, inoltre, si trovano ad affrontare barriere specifiche che impediscono la nostra piena ed equa partecipazione alla società.
  
Analogamente, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, e più specificamente il numero cinque, che si concentrano sul raggiungimento della parità di genere e sulla responsabilizzazione di tutte le donne e le ragazze in modo specifico e trasversale in altri obiettivi, devono essere interpretati tenendo conto della situazione in cui si trovano i gruppi che sono soggetti a discriminazioni multiple e che finora sono rimasti invisibili, come le donne e le ragazze con disabilità.

Inoltre, gli obblighi derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne, dalla  Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e dalla  Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica devono essere attuati e interpretati alla luce della diversità che ci caratterizza come donne.

Per tutti questi motivi, oggi 8 marzo, noi donne con disabilità chiediamo:

Perché anche noi siamo donne!

Traduzione a cura di Luisella Bosisio Fazzi

Condividi: Facebook Linkedin Twitter email Stampa