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Persone con disabilitā

A cura di Ledha

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24 Novembre 2020

La vita indipendente sia un diritto per tutte le persone con disabilitā

di Alessandro Manfredi - presidente LEDHA

"Nel nostro Paese la vita indipendente non č ancora un diritto pienamente riconosciuto, in particolar modo per chi richiede un forte sostegno"

Mi corre l’obbligo di un ringraziamento al Presidente Alessandro Fermi e a tutto il Consiglio Regionale per la disponibilità data alla realizzazione di questa iniziativa. Avevamo pensato inizialmente di poterla tenere, anche se solo in parte, nella sede dell’Auditorium Gaber, per sottolineare il senso di una proposta che si rivolge innanzitutto al Consiglio Regionale, il principale interlocutore per potere dare concretezza alla nostra proposta. Purtroppo siamo in un periodo  di grande difficoltà e preoccupazione ed abbiamo dovuto adattare le modalità ai vincoli che la situazione comporta. Ringrazio  anche i capigruppo consiliari che ci hanno confermato la loro disponibilità.

Per noi è comunque  un momento significativo che abbiamo voluto mantenere in quanto convinti che in questa situazione sia importante dare un segnale, alle persone che più soffrono per le loro condizioni, che guarda in avanti e la proposta che presentiamo, che non vuole rinnegare quanto è stato fatto in questi anni a sostegno delle persone con disabilità, vuole indicare una nuova prospettiva, che può rivelarsi importante proprio nella situazione che stiamo vivendo. Permettetemi anche di mandare un piccolo segnale a tutte le persone con disabilità, alle loro famiglie che hanno vissuto con profondo disagio questa situazione e che sono sicuramente una parte della popolazione del nostro paese che più è stata colpita e più ha sofferto.

Perché con il Consiglio Direttivo di LEDHA abbiamo lavorato più di un anno, dall'assemblea per i 40 anni di LEDHA del 19 settembre 2019,  per mettere a punto questo Progetto di Legge e perché abbiamo voluto mantenere questa iniziativa? Il motivo deriva dalla semplice constatazione che la vita indipendente delle persone con disabilità, in qualunque modo la si definisca, non è ancora un diritto pienamente riconosciuto e rispettato per le persone con disabilità che vivono nel nostro Paese, in particolar modo per quelle che richiedono un forte sostegno. Avere voluto presentare questa proposta in Regione Lombardia non significa pensare di essere i primi della classe, ma vuole contribuire a smuovere una situazione e dare concretezza ad una riflessione che va avanti ormai da troppo tempo. La presenza di FISH con il suo presidente, Vincenzo Falabella, e di Giampiero Griffo, dell’Osservatorio Nazionale che ringrazio per essere qui oggi, è importante per inquadrare la nostra proposta in un quadro nazionale.

Il nostro punto di partenza per la elaborazione del PdL  è costituito da quanto previsto dall’art.19 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ratificata con legge dello Stato 3 marzo 2009 n. 18 che recita: "Gli Stati...riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società con la stessa libertà di scelta delle altre persone e adottano misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società anche assicurando che:

  1. le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione:
  2. le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale, necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirsi e impedire che siano isolate o vittime di segregazione;
  3. i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione delle persone con disabilità su base di uguaglianza con gli altri, e siano adattate ai loro bisogni.


Non vogliamo negare che già oggi siano già presenti politiche, misure e dispositivi che possono permettere ad alcune persone con disabilità di realizzare progetti di vita indipendente. In modo particolare, il pensiero va alla legge 112 del 2016 conosciuta come legge sul "Dopo di Noi" e alla attuazione che se ne da nella nostra Regione; ma anche a quanto previsto dal Protocollo di intesa sottoscritto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e recepito con DGR 1843 del 02.07.2019 che “prevede che le Regioni possono provvedere...a disciplinare, allo scopo di garantire il diritto alla vita indipendente alle persone con disabilità permanente e limitazione grave dell’autonomia personale, ...le modalità di realizzazione di programmi di aiuto alla persona,.., anche mediante piani personalizzati...”


Ma un diritto o è per tutti o non è definibile come tale.

Il mancato rispetto del diritto “a vivere nella società con la stessa libertà di scelta delle altre persone”, non è solo o tanto causato da inefficienze, carenza di risorse o altri problemi gestionali o strutturali: per molte persone con disabilità la nostra attuale organizzazione sociale e il nostro vigente modello di welfare non prevede la “Vita indipendente ed inclusione nella società” come un diritto riconosciuto, da promuovere. Questo Progetto di Legge intende far uscire il tema dell’alveo delle sperimentazioni e fare in modo che i sostegni per la vita indipendente vengano messi a disposizione di tutte le persone con disabilità.

Il suo obiettivo principale è quello di offrire alle persone, indipendentemente dalla tipologia di disabilità, un ampliamento del ventaglio di risposte possibili alla propria condizione , per permettere loro di  valorizzare le proprie potenzialità residue, nonché  consentire una effettivamente concreta inclusione sociale, nelle modalità da ognuno desiderate. Per questo riteniamo fondamentale che tutte le risorse che oggi sono già disponibili per il sostegno alle persone con disabilità sia di carattere sanitario, che socio-sanitario e socio-assistenziale, concorrano al sostegno del progetto individuale di vita indipendente, in una logica di Fondo Unico per la disabilità che da tempo la  nostra federazione, ha proposto a Regione Lombardia.

In questo modo riteniamo che con questa proposta di legge regionale, una volta che sia trasformata in legge, sia possibile  avvicinare quanto di più  la vita di ogni persona con disabilità  a quella delle  altre persone: non chiediamo privilegi, ma semplicemente di essere messi sullo stesso piano di qualsiasi altra persona. Il tutto su una base di parità nei rapporti interpersonali, in modo che come è diritto di ogni essere umano, si possano sviluppare equilibratamente, nel rispetto il più possibile dei desiderata di ognuno, le diverse fasi della vita.

Riteniamo che la regione di cui facciamo parte, in qualità di cittadini, abbia l'obbligo di garantire, nei suoi tratti basilari, la pronta e concreta realizzazione, del Progetto individuale per la vita indipendente, richiesto dalla cittadina/o con disabilità, e per questo proponiamo la costituzione delle Agenzie per la Vita Indipendente, che hanno il compito di supportare concretamente questo progetto.  Il tutto mettendo a disposizione le necessarie risorse umane ed economiche, così come previsto dalle normative nazionali ed internazionali vigenti.


Garantendo inoltre quanto segue:

  1. portare avanti un'azione culturale che si estrinsechi nei diversi ambiti locali della comune socialità e che faccia cogliere come obiettivo raggiungibile la vita indipendente delle persone con disabilità; 
  2. la messa a disposizione della persona con disabilità, di ogni strumento,  tecnologico e non,  di provata affidabilità, col fine di renderla il  più possibile  indipendente da terzi;
  3. garantire il corretto ed ottimizzato uso di tutte le  risorse, messe a disposizione a vario titolo dal sistema dei supporti e provvidenze, per la realizzazione del Progetto Individuale di Vita Indipendente,  con il concorso di tutte le strutture territoriali competenti.

Sui punti qualificanti della nostra proposta non mi soffermo perché saranno oggetto della illustrazione che ne farà Giovanni Merlo, che ha seguito e curato particolarmente l’iter della proposta, che è frutto di un lavoro collettivo, in quanto sono state coinvolte tutte le associazioni aderenti a LEDHA, il nostro Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi con i suoi legali, e il Dipartimento del professor Arconzo della Università degli Studi di Milano. Da sottolineare anche che questa proposta si è avvalsa delle riflessioni e dell’esperienza maturata nel laboratorio del Progetto L-INC, sostenuto da Fondazione Cariplo.

Ma, come si dice, la responsabilità della proposta sta in capo a LEDHA e al suo Consiglio Direttivo. Il nostro augurio è che questa proposta possa essere presa in carico quanto prima dal Consiglio Regionale e in primis dalla Commissione Consiliare competente per essere trasformata in legge entro la scadenza di questa legislazione regionale. In ogni caso da parte nostra solleciteremo tutti i gruppi consiliari per potere aver un incontro con loro al fine di illustrare più dettagliatamente il progetto ed acquisire loro osservazioni e proposte che non mancheremo di tenere in considerazione. In ogni caso il potere legislativo compete al Consiglio Regionale ed ad esso ci affidiamo con fiducia.

Alessandro Manfredi, presidente LEDHA

Relazione introduttiva alla presentazione del progetto di legge "Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità”

Milano, 23 novembre 2020

 

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