Il pensiero visivo di vedenti e non vedenti e gli strumenti Feuerstein.
La giornata di studio è prevista per il 28 ottobre dalle ore 09.00 alle ore 13.00. Il workshop il 29 ed il 30 ottobre dalle ore 09.00 alle ore 18.00.
Nelle minorazioni visive lo sviluppo naturale del bambino e il suo percorso di crescita fino all'età adulta si organizzano attraverso un'interazione, sia spontanea che mediata, con i diversi "attori" che intervengono per fornire opportunità di crescita, adattamento ed apprendimento: la famiglia, la scuola, l'ambiente educativo specializzato, l'ambiente riabilitativo, il mondo del tempo libero, l'ambiente lavorativo.
Tutti questi "partners", che concorrono a sostenere lo sviluppo della personalità ognuno con i suoi ruoli e con le sue specificità, si rapportano con la persona con minorazione visiva privilegiando canali sensoriali extravisivi, in particolare quello uditivo e quello tattile o rinforzando, in presenza di residuo visivo, la percezione visiva stessa. In assenza, carenza o distorta percezione visiva l'immagine mentale si sviluppa quindi a partire da differenti input sensoriali che non sono facilmente percepibili ed intuibili da parte delle persone vedenti.
L'esperienza tattile è sicuramente quella più conosciuta e studiata nel percorso delle persone con minorazione visiva completa, tuttavia l'utilizzo del tatto è spesso di tipo compensativo e poca attenzione fino ad oggi è stata data, sia in ambito educativo che riabilitativo, all'enorme potenziale racchiuso nell'apprendimento a partire da afferenze aptiche e non soltanto nelle minorazioni visive, ma anche in situazioni in cui deficit di tipo attentivo o comportamentale rendono difficile l'utilizzo delle funzioni cognitive a partire da modalità visive o verbali.