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Persone con disabilitą

A cura di Ledha

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Saronno - 21/09/2018

StarHotels Gran Milan - via Varese 23

Visione non convenzionale della cura della persona con demenza

Un momento di riflessione e approfondimento per aprire un dibattito con gli esperti e gli specialisti coinvolti nella presa in carico delle persone affette da demenza. Appuntamento a Saronno dalle ore 14

Approcci non convenzionali nella cura della persona con demenza: superare gli stereotipi negativi”. Questo il tema al centro del convegno annuale organizzato il 21 settembre, Giornata mondiale dell’Alzheimer, dalla Residenza Sanitaria Assistenziale lombarda Villaggio Amico che al suo interno ha un centro d’eccellenza, il Villaggio della memoria, per la cura del morbo. L’incontro giunto all’ottava edizione si terrà a Saronno, presso lo StarHotels Gran Milan dalle ore 14 e vuole aprire un dibattito per combattere l’atteggiamento del “non c’è più niente da fare”.

 “Quando ci dedichiamo alla persona con demenza, comprendiamo che questa malattia mette in crisi i tradizionali approcci di cura”, spiega Rosaria Rigo, geriatra e direttore sanitario di Villaggio Amico. “L’approccio medico-clinico è utile in fase diagnostica ma limitato in quella post-diagnosi, poiché il corso naturale della malattia di Alzheimer oggi non è modificabile farmacologicamente. L’approccio riabilitativo classico cognitivo-motorio, che trova spazio nella prevenzione, perde di efficacia negli stadi gravi di malattia. L’approccio sociale, con indubbi lati positivi, rischia di creare ‘contenitori di malati’ dimenticando la qualità della cura, che nasce dalla valorizzazione della persona e dalla risposta ai suoi bisogni. Ecco allora che diventa indispensabile introdurre un approccio non convenzionale che si basi sulla valorizzazione della persona e sul recupero delle sue funzionalità residue”.

 Da qui dunque nasce l’idea di approfondire l’argomento e aprire un dibattito con gli esperti e gli specialisti coinvolti nella cura delle demenze e dell’Alzheimer in particolare. Di fronte alla complessità e alle difficoltà di questa malattia, è necessario superare lo stereotipo negativo del “non c’è niente da fare” e il pregiudizio che il comportamento sia sempre una conseguenza diretta della malattia: il convegno parte dal presupposto che gran parte dei sintomi comportamentali e delle perdite funzionali possa essere considerata come un’espressione di squilibrio tra le capacità dell’individuo affetto da demenza e le esigenze ambientali.

 

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