Auditorium dell’Istituto Clinico Humanitas
Affettività e sessualità nella disabilità
Fondazione Ariel ha organizzato un incontro rivolto ai genitori di bambini e ragazzi con disabilità su una tematica molto delicata: quella dell'affettività e della sessualità nella disabilità.
Il percorso desidera proporre un approfondimento e un sostegno rispetto alle problematiche e ai sentimenti complessi legati alla sessualità e alla affettività che molte famiglie si trovano ad affrontare nell'arco di tutto il processo di crescita dei propri figli con disabilità e, in modo ancor più evidente, nel periodo di passaggio tra l'età evolutiva e l'età adulta.
Le famiglie si confrontano con il fatto che i propri figli crescono e il loro corpo si trasforma, i loro bisogni devono essere rivisti e aggiornati, comportando il cambiamento di alcune scelte di gestione quotidiana.
Il tema della sessualità può essere l'occasione per affrontare argomenti importanti espesso sentiti come troppo difficili e imbarazzanti, strettamente legati allo sviluppo sessuale e affettivo, ai processi emotivi che accompagnano tale sviluppo, alla possibile influenza che la presenza di disabilità crea dentro questi processi.
La sessualità rappresenta anche uno spunto importante per toccare altri temi e per pensare alla persona con disabilità come una persona "intera". L'emergere degli affetti, dei desideri, dei bisogni connessi con la sfera sessuale e affettiva, è sempre collegato alla vita reale e alle relazioni vissute giorno per giorno, in famiglia e in società.
Queste e altre situazioni, spesso critiche, rinnovano il bisogno del genitore di sentirsi riconosciuto e accolto nella problematicità del proprio ruolo, dei sentimenti in gioco nella relazione con il proprio figlio, del rapporto di coppia. Dare voce a questi aspetti significa parlare di temi connessi con l'incertezza che la crescita di ogni figlio porta con sé e che la presenza di una disabilità acuisce.
"Parlare di sessualità significa parlare più chiaramente di ciò che spesso i genitori temono per i propri figli: possibili innamoramenti senza "futuro" e rifiuti dolorosi; legami troppo coinvolgenti; difficile gestione delle autonomie; paure per abusi o revaricazioni; frustrazioni e aggressività incontrollabili; gravidanze "problematiche" - spiega la dott.ssa Stefania Cirelli, Assistente Sociale e Sociologa di Fondazione Ariel - vicinanze pericolose e confusione tra ciò che può essere fatto e ciò che non può e non deve essere fatto in questo campo (tra generazioni diverse, tra adulti e giovani, tra genitori e figli). Discutere questi e altri aspetti in gruppo, a partire dal riconoscimento e dalla condivisione di esperienze vissute, permette di superare il senso di isolamento e aiuta le famiglie a sentirsi meno sommerse dalla solitudine."
L'iscrizione è gratuita.
Per informazioni: numero verde gratuito 800.133.431; e-mailfondazione.ariel@humanitas.it - www.fondazioneariel.it