"Con il vostro permesso 2 - nuovi pensieri in amicizia"
Di seguito la comunicazione relativa all'evento:
introdurranno: Pina Fois e Lucia Gallo
leggerà: Zelinda Gasparini (dell'Adov
accompagneranno: Gruppo Mamme Sprint di Belgioioso
Come coordinamento di associazioni che da tempo sviluppa interventi orientati in particolare ad una prospettiva culturale, siamo lieti di annunciare l'uscita del nostro nuovo libro, che ha visto la luce dopo il successo del precedente e quasi omonimo volume "Con il vostro permesso... pensieri in amicizia" .
Abbiamo voluto raccogliere l'invito più volte ricevuto a proseguirne il percorso letterario tracciato e per attuarlo abbiamo chiesto e trovato la collaborazione di tanti amici che hanno così dato vita ad un'altra opera originale.
Si tratta di un'antologia di testi che raccoglie sotto forma di poesie ("Esprimersi"), storie di vita ("Raccontarsi") e racconti ("Raccontare"), lo sviluppo di temi quali l'amicizia, l'amore, la solidarietà, l'eguaglianza, le piccole cose del quotidiano, il rispetto e le pari op-portunità... temi che rappresentano per noi valori di riferimento importanti.
Abbiamo inteso dedicare il libro a tutti i nostri passati, presenti e futuri compagni di strada, ma in particolare a quattro nostri amici e collaboratori prematuramente scomparsi: Enzo, Luciano, Rita e Claudio.
Ancora ...
Siamo tornati e ancora una volta vogliamo raccontare, raccontarci, inventare, ricordare: in amici-zia, condivisione, allegria, aperti a nuovi progetti. A volte in intimità a scrivere di noi, delle nostre realtà, dei nostri sogni. A volte spalancati ad evocare fantasie e mondi sconosciuti da regalare a voi che leggete.
Eppure manca qualcosa.
Mancano i loro racconti, le loro storie, poesie o favole.
Ma soprattutto mancano le loro vite che ci hanno accompagnato nel nostro viaggio.
Enzo, Luciano, Rita, Claudio ci mancate... e nello scriverlo, nel pensarlo, nel dirlo, vorremmo sor-ridere ... dovremmo essere felici d'aver condiviso e vissuto con voi bei momenti d'allegria, come le cene in pizzeria, dove le nostre tavolate erano sempre affollate e le chiacchiere, i discorsi si accavallavano, mischiando risate a proposte di lavoro.
Con ognuno di voi ciascuno di noi ha instaurato rapporti personali particolari, la vostra, la nostra unicità ci ha fatto incontrare -o a volte anche scontrare- così come può succedere solo con gli a-mici: perché gli amici non possono esserti indifferenti, e anche se bisticci o a volte non condividi azioni, modi o pensieri, poi si va oltre, si ricostruisce. Ci si ritrova.
Per ognuno emergono tanti piccoli ricordi che li fanno rivivere dentro di noi. Raccontarli sì, forse sarebbe bello, ma forse preferiamo invece conservarli intimamente, come cartoline preziose della memoria, dove non esiste tempo. Anzi, conservarli e re-inventarli in un tempo e in un luogo che così si trasfigura e si espande, dove è sicuramente con noi chi vogliamo ci sia e chi ha voglia di esserci.
E' in queste cartoline, che -per la seconda volta col vostro permesso- ci raccontiamo, riflettiamo, fantastichiamo, ricordiamo: testimoniando una storia che continua e che dedichiamo a voi lettori di oggi, e a loro, nostri compagni di strada.
il Comitato di Coordinamento Pavese per i problemi dell'handicap
...con il vostro permesso
Che strana parola, "permesso".
Si chiede "permesso" quando, per la prima volta, si varca la soglia di una casa in cui non si è mai stati. Si chiede "permesso" senza dire niente, con uno sguardo, quella sera che ti unisci a una com-pagnia nuova, magari solo per una cena, per entrare in punta di piedi, ma per entrare.
E poi, quando la serata è finita e ti sei divertito davvero tanto, ricordi che hai chiesto "permesso". Ed è stato bello farlo. "Permesso" è la prima, forse inconsapevole parola, che si dice ognuno di noi quando vuole entrare in se stesso. Per conoscersi, o solo per vedersi. È qui che il "permesso" chie-sto e dato, il "tu" e l' "io" diventano una cosa sola.
È qui che si pensa e ripensa a quel certo momento inciampato in cui, davanti a una persona che ci è sembrata "strana", si prova "vergogna di vergognarsi". Così quando ci si guarda dentro davvero si incontra sempre qualcuno pronto non solo a farci compagnia, ma anche a portarci fuori da noi stes-si, per accompagnarci don discrezione a fare quattro passi nella vita.
"Permesso" non vuol dire "poter fare tutto ciò che vuoi", ma "poter fare tutto ciò che puoi" Ma che cosa possiamo fare noi?. Basti pensare che, ogni mattina, quando, appena svegliati, apriamo la fi-nestra di camera nostra, chiediamo "permesso" a quel mondo in cui, volenti o nolenti, viviamo, a quella vita di cui, a volte senza saperlo, facciamo e siamo parte.
Basti pensare che, ogni giorno, paradossalmente, ci è permesso di permettere. Ecco cosa possiamo fare noi. A volte "permesso" significa "avanti, adagio" perché "il sole in cima ti aspetta".
Anche se la scalata è stata dura, passo dopo passo si è lasciato il bosco ai piedi del colle e si è raggiunta la meta. Qualcosa del genere era accaduto anche a un certo Durante Alighieri, detto Dan-te. Perdutosi in una selva oscura, incontra Virgilio che, voce della ragione, lo aiuta, a raggiungere la sommità di quel monte luminoso che, all'apparenza, per colpa di tre fiere, sembrava irraggiungibile.
Alla fine, chiesto o dato per entrare in una casa nuova, in una compagnia diversa o nella propria a-nima, un "permesso" segna sempre l'inizio di qualche cosa, che sia azione o idea. Ed è questo ciò che conta davvero: il sereno desiderio di cominciare, per vedere, per proporsi, per imparare.
Che bella parola, "permesso"! Ecco perché vi proponiamo queste pagine. Leggetele e ascoltatele, se volete, se potete.
Appunto, "Con il vostro permesso".
Andrea Borghi