La suprema corte ha stabilito che l'importo mensile di 285,66 euro non č sufficiente a soddisfare i bisogni primari. Mantegazza (LEDHA Milano): "Ora il contributo si avvicina alla media dei Paesi europei"
“I 285,66 euro mensili, previsti dalla legge per le persone totalmente inabili al lavoro per effetto di gravi disabilità, non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita. È perciò violato il diritto al mantenimento che la Costituzione (articolo 38) garantisce agli inabili”, lo ha stabilito la Corte Costituzionale nella camera di consiglio che si è svolta ieri, martedì 23 giugno, esaminando una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’appello di Torino.
Il caso che ha dato origine alla presente decisione -si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Corte- riguarda una persona affetta da tetraplegia spastica neonatale, incapace di svolgere i più elementari atti quotidiani della vita e di comunicare con l’esterno. Per i supremi giudici, un assegno mensile di soli 285,66 euro è “manifestamente inadeguato” a garantire alle persone totalmente inabili al lavoro “i mezzi necessari per vivere”, violando così l’articolo 38 della Costituzione, secondo cui “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”. È stato quindi affermato che il cosiddetto “incremento al milione” (pari a 516,46 euro) da tempo riconosciuto per vari trattamenti pensionistici, debba essere assicurato agli invalidi civili totali senza attendere il compimento del sessantesimo anno di età (come invece attualmente previsto dalla legge). La pronuncia non avrà effetto retroattivo, ma l’incremento a 516,46 euro dovrà essere d’ora in poi erogato a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto 18 anni e che non godano di redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro.
"Con la pronuncia della Corte Costituzionale arriva, finalmente, un riconoscimento importante che adegua il contributo della pensione di invalidità per i cittadini italiani, avvicinandolo alla media dei Paesi europei più avanzati", commenta Enrico Mantegazza, presidente di LEDHA Milano.
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