Reti in Cantiere
Un momento di riflessione dopo il convegno sul tema della residenzialità, dal progetto individuale di vita alla progettazione sul territorio, organizzato da Spazio Residenzialità lo scorso 7 novembre.
Una scommessa come quella dell'abitare, vivere spazi comuni per le persone disabili non può essere vinta da soli, ma in fondo niente può essere vinto da soli e comunque avrà un sapore diverso perché non nasce da una condivisione. Robert Kennedy diceva che "Il coraggio morale è ancora più raro e prezioso del coraggio in battaglia, o di una grande intelligenza. Ma è una dote assolutamente indispensabile per chi voglia cambiare un mondo che accetta così faticosamente il cambiamento. Ogni volta che una persona si batte per un'idea, agisce nell'intento di migliorare la situazione degli altri, o si scaglia contro un' ingiustizia, mette in moto sottili rivoli di speranza che, convergendo da mille sorgenti di energia e di coraggio, vanno a formare una corrente in grado di travolgere il più poderoso muro di oppressione e resistenza".
Con questo spirito, ormai tre anni fa Oltre noi... la vita, LEDHA e la Provincia di Milano hanno iniziato a pensare il servizio Spazio Residenzialità. Spazio Residenzialità, come punto d'incontro, nasce dalla constatazione che dobbiamo superare una solitudine delle realtà che affrontano o vogliono affrontare il tema della "casa" per le persone con disabilità: persone e famiglie che si pongono il problema, cooperative e associazioni che gestiscono o promuovono nuove realtà residenziali, enti locali che si chiedono come fare a potenziare l'offerta sui territori".
Abbiamo quindi iniziato a censire, informare, mettere in comune buone prassi, creare nuove reti sui territori, formare gli operatori ma anche avere una visione, un progetto di lungo periodo.
Anche quest'anno seguendo "il fil rouge" del nostro percorso abbiamo proposto, una giornata di lavoro ai 150 partecipanti del 7 novembre partendo dalla consapevolezza che ogni persona è Unica ed è quindi necessario che venga aiutata a stendere un suo progetto di vita (il progetto individuale previsto dall'articolo 14 della legge 328).
Questo progetto deve essere lo strumento di lavoro per tutti gli operatori che con il cittadino disabile vogliono collaborare per programmare un futuro di ben-essere possibile e strumento della Pubblica Amministrazione per motivare le scelte di sostegno al suo cittadino in difficoltà. Vi sono esperienze di lavoro in rete sui vari territori frutto anche di lavori di ricerca approfonditi che meritano di essere divulgati, percorsi di formazione che devono essere promossi, procedure che devono essere implementate. Le residenze per le persone disabili sono realtà complesse da gestire e non vogliamo/possiamo fermarci rispetto alla scarsità di risorse economiche. Ai politici il compito nel lungo periodo di migliorare il sistema di redistribuzione della ricchezza, al terzo settore quello di mettere in atto quelle reti virtuose che possono rendere possibile comunque, lo sviluppo di nuove esperienze residenziali, anche con un volontariato consapevole che gioca un ruolo non sostitutivo ma complementare rispetto alla gestione delle case, coprendo il gap oggi presente tra i Lea e un servizio personalizzato per l'ospite .
Conforta aver incontrato l'Irs (istituto di ricerca sociale) che ha potuto e potrà stimolarci sui percorsi in atto in altre regioni d'Italia e riflettere con noi sui dati del territorio della Provincia di Milano.
E' apparso evidente che mancano risorse umane a presidiare quei livelli di programmazione necessari ad ottimizzare i risultati del terzo settore nello sviluppo dei servizi "casa " per le persone disabili. Il terzo settore non ha, se non con il volontariato, le risorse umane per farlo, ma tutto ciò rende le reti fragili, molto fragili.
Che fare? Un welfare di comunità, necessita di maggiori risorse per costruire nuove reti sui territori, in partnernariato pubblico privato anche utilizzando strumenti nuovi come le fondazioni partecipate(elemento di novità, prossimità ai cittadini catalizzatore delle risorse economiche, strumento culturale ma che necessitano di una regia intelligente) .
Milano ha perso da tempo la regia di questi processi: sembra una città smarrita, schiacciata da interessi economici forti, che distolgono gli amministratori dal loro primo e unico servizio: lavorare per il vero benessere dei cittadini che ha alla base servizi di prossimità efficaci, scuole, asili servizi innovativi per le categorie svantaggiate. Milano non è più il "faro" delle politiche sociali provinciali e regionali come negli anni 70, gestisce il minimo indispensabile perché l'immagine e non la sostanza, viene prima di tutto. Ma Milano ha i milanesi ed è quindi è necessario continuare a lavorare. La speranza che emerge forte è la visione di una Provincia che sappia guidare nuovi percorsi, valorizzando quelle città, dove la prossimità ai cittadini è ancora un Valore e dove le relazioni con gli amministratori sono ancora possibili, sperando di poter influenzare dalla periferia la grande città che comunque ha nel bene e nel male, sempre influenzato i territori limitrofi.
Malgrado tutto in molte città e cittadine nella provincia di Milano, sono nati gruppi di progettazione per la realizzazione di nuove residenze, aiutandoli con le competenze diffuse nella rete e grazie anche ai sostegni delle fondazioni di erogazione e del centro servizi per il volontariato potremo realizzare nuove residenze che non siano cattedrali nel deserto ma case volute e vissute dal territorio, sentite con orgoglio come i più bei monumenti che una comunità possa offrire ai suoi cittadini: dei luoghi di solidarietà.
Luoghi di solidarietà che superino anche, laddove possibile la settorializzazione degli interventi (disabili,anziani,giovani) per vivere una reale inclusione sociale.
Ogni progetto che nasce sui nostri territori è un segno di speranza che rompe l'isolamento delle nostre famiglie e fa loro dire: insieme si può.
Guido de Vecchi
Responsabile Spazio Residenzialità