Autismo, in Lombardia una rete di coordinamento tra i servizi
Il progetto "Real" punta a costruire una rete di collegamento efficace per garantire diagnosi e presa in carico tempestive.
L’autismo è una questione rilevante di sanità pubblica con evidenti ricadute sociali. Per rispondere alla domanda di aiuto di tanti genitori di bambini e ragazzi autistici, medici e insegnanti Regione Lombardia ha dato formalmente avvio al progetto "Real" (Rete di coordinamento per il disturbo dello spettro autistico in Regione Lombardia) che ha come obiettivo quello di migliorare il coordinamento tra i vari servizi che si occupano della diagnosi e della successiva presa in carico dei bambini con autismo per garantire risposte rapide ed efficaci.
Il progetto si colloca all’interno delle progettualità finanziate dal Ministero della Salute e coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità finalizzate a far crescere in tutto il territorio italiano un miglior coordinamento per l’individuazione e la successiva presa in carico precoce dei bambini con autismo. Il progetto "Real" prevede l'attivazione di una rete tra le neuropsichiatrie infantili delle aziende sanitarie locali, le pediatrie di famiglia e di libera scelta, le terapie intensive neonatali, gli asili nido e le scuole dell’infanzia, anche grazie al coordinamento di un “centro pivot” regionale, identificato nell’IRCCS Medea di Bosisio Parini (Lc). Obiettivo il riconoscimento precoce, la diagnosi tempestiva, la formazione, il monitoraggio e la raccolta dei dati clinici dei soggetti a rischio.
Il primo step sarà la messa a punto di un modello di azione per l’individuazione tempestiva dei bambini tra i 18 e i 24 mesi a rischio evolutivo per questo disturbo del neurosviluppo, attraverso una sorveglianza dei neonati a rischio (nati prematuri e piccoli per età gestazionale) e dei fratellini di bambini già diagnosticati con autismo, ambiti dove il rischio è più alto rispetto alla popolazione normale. Il tutto in stretta continuità e collegamento con il network NIDA, istituito e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e composto dai principali centri clinici ed istituti di ricerca dedicati ai disturbi dello spettro autistico.
"Il progetto verrà inizialmente sperimentato in due ATS differenti (Città di Milano e Insubria), coinvolgendo i servizi di Neuropsichiatria infantile e le terapie intensive neonatali della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e della Azienda Socio Sanitaria Territoriale Valle Olona, con l’obiettivo di estenderlo alle tante realtà presenti sul territorio regionale", spiega Massimo Molteni, direttore sanitario del Medea.
Perno facilitatore di questa rete territoriale sarà l’IRCCS Medea di Bosisio Parini. “Attraverso la piattaforma WIN4ASD, già sperimentata in un percorso di ricerca, metteremo a disposizione strumenti per la sorveglianza del neurosviluppo”, prosegue Molteni: “puntiamo ad avere una fast track, una linea diretta tra i pediatri di famiglia e i servizi di neuropsichiatria infantile, per garantire la continuità di cura”. "Sul tema dell’autismo –conclude l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera- Regione Lombardia ha recentemente messo a disposizione 1,5 milioni di euro, aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati, per affrontare istanze ritenute prioritarie insieme agli stakeholder di riferimento e alle associazioni dei genitori che vivono ogni giorno questa realtà".
"Rendere tempestive le diagnosi di autismo rappresenta uno dei fattori essenziali per facilitare l'attivazione di interventi precoci ed efficaci", commenta LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità. "È necessario poi che a questo intervento si accompagni un adeguato investimento in termini di risorse destinate ai servizi di neuropsichiatria infantile che devono offrire, quotidianamente, interventi e servizi a bambini con problematiche diverse. Alcune delle quali certamente meno complesse rispetto all'autismo, ma comunque bisognose di supporto".