PDl sui servizi sociali: le preoccupazioni del Forum
Pubblichiamo il testo della lettera inviata ai membri del Consiglio regionale dal Forum del Terzi Settore Lombardia in merito alla discussione attualmente in atto sul Progetto di legge "Governo della rete dei servizi alla persona in ambito sociale e socio sanitario".
Da quanto apprendiamo dalla stampa il confronto sul progetto di legge regionale sul "governo della rete dei servizi alla persona in ambito sociale e socio sanitario" è stato de-rubricato solo su capitoli di discussione relativi alla sfera della sessualità e della riproduzione.
Non vogliamo negare l'importanza e centralità delle discussioni attorno allo status delle coppie di fatto e alla legge sull'aborto, né negare che anche all'interno del nostro mondo, nel terzo settore, vi sono opinioni non solo diverse ma anche diametralmente differenti in merito. Tuttavia, ci sembra urgente ribadire che il progetto di legge regionale in discussione in Consiglio Regionale propone questioni che crediamo più ampie e complesse.
Dato il nostro impegno quotidiano, non riusciamo a evitare questa complessità e riteniamo che affrontarla sia compito e responsabilità anche dei nostri rappresentanti in consiglio regionale, e più in generale di tutti gli amministratori pubblici.
Riteniamo doveroso evitare di complicare un quadro già caratterizzato da tale complessità. Le domande che pone il progetto di legge regionale ci sembrano sufficienti, chiare e semplici.
Sono tre fondamentalmente i nodi che il progetto di legge regionale non affronta o affronta in modo contraddittorio.
PRIMO: il progetto di legge regionale intende regolare il sistema delle risposte ai bisogni della Persona e delle comunità in ambito sociale a partire dalla strutturazione del sistema di offerta. Mutuando una logica di altri ambiti si propone di strutturare un sistema di produzione e offerta di servizi in ambito sociale e socio sanitario lasciando in seguito alle donne e agli uomini il compito, o come viene detto "la libertà", di trovare la risposta più adeguata alle proprie esigenze.
Noi al contrario riteniamo che si debba mettere al centro la persona, che quindi si debba partire dalla domanda piuttosto che dal sistema di offerta e mobilitare tutte le risorse e le capacità disponibili per trovare una risposta alle esigenze e ai bisogni della persona.
Per scelta e per esperienza sappiamo che è sbagliato e controproducente lasciare la persona e le comunità sole, che è non solo dovere del Pubblico ma è anche più efficace prendere in carico problemi e desideri per dare vita a risposte quanto più complete possibili.
SECONDO la legge non valorizza come potrebbe il ruolo del territorio e delle comunità locali nell'allestire un efficace ed effettivo sistema di risposte. Con ciò non solo si allontana il luogo del governo del sistema di risposte dal contesto in cui i bisogni si manifestano e dalle comunità che per prime e direttamente ne sono investite ma ci si preclude anche ogni possibilità di integrare le risposte (e le risorse) che vengono dalle relazioni di prossimità, dalle famiglie, dalle reti parentali e amicali con il sistema di servizi pubblici.
È sbagliato rinunciare a dare concretezza al principio di sussidiarietà, sia pure enunciandolo in astratto, perché di questo si tratta, ed è allo stesso tempo miope credere possibile allestire un adeguato sistema di risposte basandosi esclusivamente sulle risorse della Pubblica amministrazione e trascurando i patrimoni di risorse di cui sono ricchi il terzo settore, le Comunità, il territorio.
TERZO ridurre, come fa la proposta di legge regionale, il terzo settore a un conveniente fornitore di prestazioni svilisce il ruolo delle organizzazioni che esprimono le libertà sociali, ripropone una logica allo stesso tempo fordista e statalista secondo la quale le Pubbliche Amministrazioni hanno da sole e in esclusiva il compito di intervenire sui problemi creati dallo sviluppo economico.
Sappiamo di chiedere un approccio molto più difficile per definire un effettivo ed efficace governo di un'adeguata rete di risposte, ma la complessità dei bisogni e dei desideri della Persona e delle Comunità non accettano semplificazioni né facili approssimazioni.
Temiamo che il dibattito, allargato impropriamente a nuovi temi come abbiamo visto di recente, non possa utilmente portare all'obiettivo sperato: una nuova legge regionale che rappresenti in Lombardia l'orizzonte e il riferimento esclusivo sia per chi vorrà impegnarsi per il benessere proprio e della comunità in cui vive sia per chi chiederà di esercitare il proprio diritto a una vita dignitosa.
Temiamo che, se il dibattito non verrà riportato nel suo naturale alveo, la legge di riordino che ne uscirà non sarà in grado né di assumere bisogni e desideri di chi vive in Lombardia né di mettere in moto le risorse di persone, territori, comunità che sono la prima e necessaria condizione perché si possa pensare a un nuovo armonico sviluppo della nostra regione.
FORUM DEL TERZO SETTORE - LOMBARDIA