Che vita mi aspetta?
Appuntamento sabato 13 aprile a Como per il convegno promosso da LEDHA e LEDHA Como dedicato al tema della segregazione delle persone con disabilità
Sono passati più di 40 anni da quando, nel 1977, l’Italia decise di chiudere le scuole speciali. Un anno più tardi, venne approvata la legge 180 (la “Legge Basaglia”) che ha portato alla chiusura dei manicomi. Vere e proprie “rivoluzioni” che hanno segnato positivamente l’esistenza delle persone con disabilità, migliorandone la qualità della vita. Tuttavia, malgrado questi importanti passi avanti, in Italia ci sono ancora tanti “manicomi nascosti”, dove migliaia di persone con disabilità vivono separate ed escluse dal resto della società. La segregazione può avvenire anche in forme sottili, in luoghi e circostanze inattese.
Il tema della segregazione delle persone con disabilità è stato al centro di un importante lavoro di ricerca promosso da FISH (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) che ha portato alla realizzazione del saggio “La segregazione delle persone con disabilità. I manicomi nascosti in Italia” (Maggioli, 2018) curato da Giovanni Merlo, direttore della LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità e Ciro Tarantino, docente di Sociologia dei codici culturali e di Teoria delle relazioni sociali all’università della Calabria.
Di questi argomenti si parlerà sabato 13 aprile a Como durante l’incontro “Che vita mi aspetta? Opportunità di inclusione e rischi di segregazione nella vita delle persone adulte con disabilità”. L’incontro è promosso da LEDHA e LEDHA Como, si svolgerà dalle ore 10 alle ore 12 presso la Biblioteca comunale di Como (piazzetta Venosto Lucati 1). Interverranno la professoressa Pierluigia Verga, psicologa e psicoterapeuta e Giovanni Merlo, direttore LEDHA. Modera Viviana Tombolillo, presidente di LEDHA Como.
La partecipazione è libera e gratuita. È gradita l’iscrizione a info@retecomascadisabilita.it
Appuntamento realizzato da LEDHA all'interno del progetto "Alzare lo sguardo, insieme" grazie al contributo di Fondazione Cariplo.