Reddito di cittadinanza: FAND e FISH confermano le richieste alla Camera
Le due federazioni sono state audite alla Camera. Troppo spesso la disabilitā č causa di impoverimento, ma questo non viene riconosciuto tra i criteri per accedere al reddito di cittadinanza
FAND e FISH sono state audite nella giornata di martedì 5 marzo dalle Commissioni riunite XI Lavoro e XII Affari sociali che alla Camera stanno analizzando il decreto-legge su reddito di cittadinanza e pensioni (numero 4/2019). Il testo, già modificato e approvato in prima lettura dal Senato, conserva, per le due federazioni, tutte le criticità rilevate nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e su cui le organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e dei loro familiari avevano già richiesto stringenti emendamenti. Nonostante questi ultimi siano stati presentati da alcuni senatori, non sono stati recepiti dalla maggioranza a Palazzo Madama.
Le federazioni hanno quindi ribadito con fermezza la necessità di correggere quelle disposizioni sia per eliminare i passaggi che rendono il reddito di cittadinanza meno vantaggioso per le persone con disabilità sia per migliorare le regole di accesso riconoscendo che la disabilità è troppo spesso causa di impoverimento. In particolare, secondo FAND e FISH, il previsto computo delle pensioni di invalidità, cecità e sordità nel cumulo del reddito è un elemento iniquo e discriminatorio che già era stato censurato dal Consiglio di Stato a proposito dell’ISEE.
La pensione di cittadinanza, ora concessa solo agli over 67 anni che vivano da soli o con un altro anziano, va estesa anche ai nuclei in cui gli stessi vivano con una persona con disabilità di età inferiore. Situazioni sovente drammatiche che meritano attenzione.
Da rivedere anche i parametri delle scale di equivalenza, cioè quella modalità usata per calcolare limiti e importi del RdC: la presenza di una persona con disabilità non è contemperata e lo strumento nel complesso è svantaggioso per i nuclei numerosi.
Riguardo agli incentivi alle imprese che assumano titolari di reddito di cittadinanza, le federazioni hanno espresso apprezzamento per l’accoglimento delle loro richieste: quelle aziende per godere delle agevolazioni dovranno essere in regola con gli obblighi previsti dalla legge 68/1999 sul collocamento mirato. Tuttavia rilanciano auspicando l’accoglimento della seconda richiesta: ammettere il cumulo dei benefici del nuovo decreto-legge con gli incentivi previsti dalla legge 68/1999 in modo da aumentare e rendere concorrenziale l’occupabilità delle persone con disabilità.
Evidenziando ancora che il propagandato aumento delle pensioni di invalidità civile rimane del tutto inattuato ed escluso dal decreto-legge, le Federazioni da subito riprenderanno le interlocuzioni con deputati e istituzioni promuovendo le istanze espresse con chiarezza in audizione.