Quei nuovi LEA non sono applicabili
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo dei nuovi Livelli essenziali di assistenza. Critica la FISH, Falabella: "Non garantiscono livelli essenziali e uniformi di prestazioni e servizi nel Paese. Questo č gravissimo".
I nuovi LEA (Livelli essenziali di assistenza) sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 marzo. Tuttavia FISH (Federazione italiana superamento handicap) non risparmia critiche a un testo che risulta ancora difficilmente attuabile. “Per ora i LEA non esistono, non garantendo livelli essenziali e uniformi di prestazioni e servizi nel Paese. E ciò è gravissimo”, commenta Vincenzo Falabella, presidente di FISH.
Durante le audizioni a Camera e Senato, infatti, FISH aveva presentato critiche piuttosto articolate e severe: “Ma le Commissioni parlamentari ne accolsero solo alcune ma nemmeno quelle sono state recepite, se non in modo residuale, nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale”, è la dura presa di posizione di Falabella.
La federazione evidenzia – ad esempio – come non sia stata ripresa la raccomandazione che sia previsto espressamente il diretto coinvolgimento della persona con disabilità e della sua famiglia nella predisposizione del percorso assistenziale (articolo 4, comma 2, lettera d). Nel testo poi viene ignorata l’esplicita richiesta di escludere da gara alcuni prodotti protesici di serie che necessitano di un percorso prescrittivo individualizzato e di un appropriato percorso valutativo.
A questi mancanti recepimenti si aggiungono tutte le criticità culturali e strutturali che FISH aveva già avuto modo di esprimere e che sono trasversali ai contenuti: dalla prevenzione alla diagnosi, dalla riabilitazione alle prestazioni protesiche, dai servizi ospedalieri ai servizi sociosanitari residenziali e semiresidenziali, dalle malattie rare a quelle croniche.
“Se qualcuno spera che questi LEA – continua Vincenzo Falabella – siano davvero compiutamente esigibili rimarrà presto deluso. Lo stesso testo prevede, per essere realmente applicato, una serie di intese tra lo Stato e le Regioni: sui dispositivi monouso, sulle prestazione protesiche, sui percorsi assistenziali integrati, sull’assistenza ambulatoriale. Sui tempi e gli intenti poco è dato sapere".
Ma oltre a ciò sono pendenti anche le decisioni che dovrebbe assumere la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA (già istituita lo scorso anno) e da cui sono escluse le organizzazioni dei pazienti e delle persone con disabilità. La Commissione entro il 15 marzo (termine già scaduto) dovrebbe presentare la proposta di aggiornamento dei LEA “prioritariamente attraverso la ridefinizione delle prestazioni ovvero la modifica delle loro modalità erogative, garantendo il mantenimento della compatibilità tra risorse e prestazioni da erogare in maniera omogenea sul territorio nazionale, secondo le modalità erogative appropriate, da finanziare in base alla quota d’accesso.”
“Nella sostanza – conclude Falabella – se mancano le risorse i LEA possono essere ridotti o applicati in modo progressivo. Il che rende i diritti dei cittadini molto aleatori”. E da questo punto di vista, purtroppo, arrivano segnali poco rassicuranti dalla Conferenza delle Regioni. FISH continuerà a mantenere alta l’attenzione su questo tema e ad esercitare tutte le azioni possibili per pretendere l’applicazione di un diritto umano incomprimibile: quello alla salute.