Cimitero inaccessibile
Il cimitero di Melegnano
Grazie alla sua carrozzina elettrica, Giovanni Raimondi (54 anni) riesce a muoversi in autonomia: “Per dieci anni sono rimasto un po’ fermo: stavo sempre in casa e non uscivo molto. Ma ora ho ripreso a muovermi, vado ovunque”. Esce di casa, va a fare la spesa, incontra gli amici.
Vorrebbe anche poter andare a trovare la madre, che da cinque anni riposa nel cimitero di Melegnano, ma non può farlo. Per raggiungere il loculo, infatti, dovrebbe scendere due rampe di scale che, al momento, sono prive di montacarichi a differenza di altre aree del camposanto. Dopo essersi informato, nel gennaio 2015 Giovanni presenta la prima richiesta al Comune di Melegnano, con due richieste: rimuovere le barriere architettoniche oppure spostare la salma della madre in un loculo situato in un’area accessibile. “Mia madre è morta cinque anni fa, quando abbiamo fatto il funerale gli unici spazi disponibili erano quelli in cui l’abbiamo sepolta - spiega Giovanni -. Oggi invece la situazione è cambiata e molti loculi si sono liberati”. Tra chi in passato aveva “prenotato” un loculo per sé o per i propri cari, molti hanno dovuto fare i conti con la crisi e hanno quindi deciso di restituirli
Malgrado le promesse dell’amministrazione locale, a più di un anno di distanza dalla prima richiesta, Giovanni non ha ancora ottenuto risposte. E così ha deciso di rivolgersi al Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di LEDHA. “L’inerzia dell’Ente Locale - spiega l’avvocato Gaetano De Luca, del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi - configura una discriminazione indiretta, vietata dalla legge 67/2006. Pertanto, l’ente locale è tenuto a mettere il signor Giovanni nelle condizioni di poter accedere, come tutti, ai loculi funerari”. Da qui l’invito ad adottare qualsiasi ragionevole accomodamento per consentire a Giovanni di poter far visita ai propri familiari defunti.
A oggi, a un anno e mezzo di distanza, ancora non ci sono risposte ufficiali da parte dell’amministrazione locale. “Spero che si possa trovare una soluzione. E non solo per me - conclude Giovanni - l’area del cimitero in cui riposa mia madre, infatti, viene chiamata da tutti la buca. Si tratta di un piano ribassato del cimitero difficilmente accessibile anche per i tanti anziani che lo frequentano”.