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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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03/05/2016

Bergamo: centri estivi per tutti, senza discriminazioni

La proposta del Coordinamento bergamasco per l'integrazione: i costi per pagare il supporto educativo per bambini e ragazzi con disabilità vengano considerati "strutturalei" e non a carico esclusivo della singola famiglia.

In provincia di Bergamo nei regolamenti sui servizi alla persona definiti dagli Ambiti territoriali e poi recepiti dai rispettivi Comuni, vengono considerati anche i Centri ricreativi estivi (CRE). Al pari di altri servizi si prevede una compartecipazione economica della famiglia, in alcune situazioni a livello simbolico, in altre con richieste invece molto ingenti, tali da ostacolare la partecipazione dei bambini a questi spazi di gioco e incontro con i compagni. Alla famiglia del bambino o ragazzo con disabilità si chiede in sostanza di pagare in parte o completamente il supporto educativo che gli stessi organizzatori ritengono necessario. Oltre alla quota prevista per tutti.

“Questa situazione è chiaramente discriminatoria”, sostiene  Antonio Bianchi,  del Coordinamento bergamasco per l'integrazione e membro del direttivo di LEDHA – Lega per i diritti delle persone con disabilità. “Risponde alla logica di iniziative progettate senza considerare la presenza di persone con disabilità, e accomodate a posteriori, facendo pagare questo accomodamento proprio a chi ha costretto a modificare l’assetto considerato normale:la persona con disabilità e la sua famiglia”.

Questo problema era già emerso lo scorso anno e ora si sta riproponendo. “Non accetteremo nessuna situazione in cui bambini e ragazzi con disabilità siano esclusi dai Cre per una mancata progettazione inclusiva” aggiunge Antonio Bianchi. Gli oratori (enti gestori della maggior parte dei centri estivi) che chiedono il supporto educativo e i Comuni che lo forniscono appoggiandosi alle Cooperative devono considerare questa necessità come strutturale, e prevedere le soluzioni organizzative ed economiche in grado di far fronte a tutte le presenze.
 
Sulla base di questa situazione, il Coordinamento bergamasco per l'integrazione ha cercato una mediazione con due ambiti territoriali (quello di Seriate e quello della Valle Seriana) che hanno accettato la proposta avanzata dal Coordinamento: calcolare quella quota di compartecipazione che ritengono necessaria per l'attivazione dei centri estivi e di considerare quella quota come “strutturale”, al pari dei costi per la mensa, delle utenze e dei materiali per i laboratori. Un costo che – quindi – viene ripartito tra tutte le famiglie che usufruiscono del Cre. Il Coordinamento ha poi inviato il documento con questa proposta agli altri 12 ambiti della provincia.

Una riflessione (apparentemente) controcorrente. Perché se è vero che formalmente il centro estivo non rientra nell'ambito del diritto allo studio, è evidente  che questi momenti rappresentano un'occasione importante e per certi versi decisiva di  inclusione.  “Sono luoghi in cui la partecipazione è a volte più ampia anche rispetto alla scuola. Luoghi di riconoscimento nel gruppo dei pari. E dove, al contrario, se il bambino con disabilità viene lasciato fuori, si conferma la logica dell'esclusione - conclude Antonio Bianchi -. Per questo motivo è importante garantire ai bambini con disabilità la possibilità di partecipare a questi momenti. E se c'è un costo da sostenere, è giusto che lo sostengano tutti”.

Ora, per il Coordinamento bergamasco per l'integrazione si aprono due sfide. La prima: affiancare gli ambiti territoriali di Seriate e quello della Val Seriana nell'applicazione di questa proposta. “Per superare le possibili perplessità di chi si vedrà attribuire un piccolo incremento di costo – riflette Antonio Bianchi -. Saremo presenti per discutere e spiegare la nostra proposta, che vuole essere un arricchimento per tutti ed è stata elaborata sulla base della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità. Sarà un importante momento di crescita culturale”.  La seconda: convincere anche gli altri ambiti territoriali della provincia ad accettare questo modello di compartecipazione alla spesa.

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