Ascensori in stazione. Ma la notte..... no.
A Bergamo gli ascensori non sono in funzione tra le nove di sera e le sei del mattino successivo. Una situazione che penalizza non solo i viaggiatori con disabilità, ma anche anziani e mamme con passeggino.
Era il lontano 1991 quando per la prima volta un gruppo di persone con disabilità mise in scena una protesta contro le barriere architettoniche nella stazione di Bergamo: “Oggi alle 14 venti handicappati in carrozzella si imbarcheranno su due treni ordinari - L’iniziativa per sollecitare l’entrata in servizio di carrozze facilmente agibili per handicapati, anziani, infortunati”, scriveva il cronista nell’articolo datato 15 giugno 1991.
“Avevamo seguito le procedure richieste dalle ferrovie per l’accesso delle persone con carrozzina, telefonando 24 ore prima - spiega Rocco Artifoni, vicepresidente del Comitato bergamasco per l’abolizione delle barriere architettoniche -. Ma ovviamente 18 persone in carrozzina non hanno potuto salire sul treno”.
A venticinque anni di distanza i problemi alla stazione di Bergamo sono tutt’altro che risolti. “Da allora la situazione è cambiata e ci sono stati dei miglioramenti - aggiunge Rocco Artifoni -. Ma restano ancora delle difficoltà”. Il disagio più grande è quello segnalato nei giorni scorsi da un cittadino, che ha scritto una lettera a “L’Eco di Bergamo” raccontando la disavventura successa alla madre (anziana e con problemi di mobilità) arrivata a tarda sera nella stazione. Non solo l’altezza del treno (risalente agli anni 70) ha reso molto difficoltosa la discesa dal mezzo. Ma, una volta arrivati sulla banchina, madre e figlio hanno scoperto che nessuno degli ascensori è in funzione. Nè per scendere al sottopasso, né per risalire.
La risposta degli addetti alla stazione è spiazzante: dalle 21 alle 6 gli ascensori (così come i bagni) non sono funzionanti. Un’informazione che viene confermata anche da Rfi, contattata dal giornalista de “L’Eco di Bergamo” che ha seguito la vicenda. E che suggerisce ai viaggiatori con disabilità di usufruire del servizio di assistenza dedicato. Che però deve essere richiesto con almeno 12 ore di anticipo.
“Il problema è che i treni arrivano anche dopo le 21. Se ascensori e bagni vengono chiusi a un determinato orario, quando però le persone continuano a usufruire della stazione, non si coprono interamente le esigenze di chi deve viaggiare”, commenta Rocco Artifoni. L’impossibilità a utilizzare gli ascensori dalle nove di sera in poi rappresenta un disagio non solo per le persone con disabilità: “Se c’è un luogo che deve offrire il maggiore livello di accessibilità possibile ai propri utenti è proprio la stazione ferroviaria - sottolinea Artifoni -. Ci sono le persone anziane, chi trasporta una valigia o bagagli pesanti, ci sono le famiglie con bambini e passeggino, ci sono persone con stampella. Oltre ovviamente alle persone con disabilità”.
Certo, per le persone con disabilità c’è la possibilità di prenotare il servizio di assistenza, con 12 ore di anticipo. Ma sembra assurdo dover ricorrere a un servizio di assistenza quando la stazione è dotata di ascensori perfettamente funzionanti. “O si sospende la circolazione dei treni dopo le 21, o si permette l’utilizzo degli ascensori, oltre che dei bagni, fino a quando ci sono treni in transito alla stazione - taglia corto Artifoni -. Questa vicenda è la classica dimostrazione del fatto che il problema delle barriere architettoniche riguarda tutti e non solo le persone con disabilità”.
Ma i disagi per i viaggiatori “deboli” che usufruiscono della stazione di Bergamo non finiscono qui. Sul piazzale esterno ci sono ancora alcuni problemi rispetto ai percorsi Loges per non-vedenti e alcuni gradini vicino alle pensiline. Ma a preoccupare i referenti del Comitato per l’abolizione delle barriere architettoniche è soprattutto il binario tronco “4 Est”. Un binario “morto”, ma in servizio, e separato da quello vicino da una sottile striscia di asfalto. “Una situazione molto pericolosa, soprattutto per i non vedenti che rischiano di finire sui binari o di essere travolti da un treno in corsa”, conclude Artifoni.