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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

27/05/2015

Gli studenti di serie B: "buona scuola" e disabilità

La replica di FISH – Federazione italiana superamento handicap, all'articolo pubblicato da Adriano Sofri su “Repubblica".

Su “La Repubblica” dello scorso 21 maggio, il giornalista Adriano Sofri ha pubblicato un lungo intervento dal titolo “I professori di serie B in cui entra nel merito della delega  al Governo per la revisione del ruolo e delle competenze degli insegnanti di sostegno. All'articolo di Sofri ha replicato la FISH – Federazione italiana superamento handicap, con una nota in cui risponde ad alcuni passaggi dell'articolo di Sofri.
“Nel pezzo vi è più di un'imprecisione – scrive FISH -. Innanzitutto quella delega (al Governo per la revisione del ruolo e delle competenze degli insegnanti di sostegno, ndr) va riempita di contenuti ed indicazioni operative”. E non è un mistero che l'intento sia quello di rifarsi a una specifica proposta di legge (A.C. 2444) promossa dalle Federazioni delle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari (FISH e FAND) e frutto di un lungo confronto con il Ministero.

“Quindi l’esigenza di una riforma del ruolo e delle competenze dell’insegnante di sostegno parte proprio dal basso, dai primi portatori di interessi, dall’intenzione di garantire innanzitutto il miglior diritto allo studio delle persone con disabilità”, puntualizza FISH.

Altro aspetto che FISH contesta all'articolo di Sofri è l'affermazione secondo cui l'organico degli insegnanti di sostegno sarebbe inadeguaato. FISH evidenzia come gli insegnanti di sostegno siano circa 101mila per una popolazione di circa 207mila studenti con disabilità: in un rapporto di 1 a 2. “L’organico di sostegno non può essere considerato in sofferenza a meno che non si interpreti quell’insegnante come assistente personale. Ma non è quello il ruolo: per quello sono previsti gli assistenti educativi e alla comunicazione e gli assistenti materiali – sottolinea FISH -. Il ruolo dell’insegnante di sostegno è quello del facilitatore, di essere il ponte fra l’alunno con disabilità, il docente, il gruppo classe”.

E questo ruolo precisa FISH impone alcuni presupposti. Il primo è “una specifica formazione in pedagogia speciale”. Non bastano, infatti, un'innata sensibilità o le inclinazioni personali per garantire un sostegno adeguato agli studenti con disabilità. Ma servono competenze specifiche.
“Il sostengo ha dunque un ruolo, una mansione, delle competenze precise. Non si comprende quindi perché qualunque disciplina non sia intercambiabile, il sostegno sì. Ecco la discriminazione: la marginalità. Tutte le discipline sono intoccabili, ma tutti al contempo possono, nel regime attuale, gestire il sostegno”, puntualizza FISH. Criticando con forza la situazione attuale in cui insegnanti di sostegno senza alcuna formazione specifica usano questo ruolo per maturare punteggio nella propria classe di concorso “col risultato di dare scarse risposte all’alunno con disabilità e di praticare concorrenza sleale ad altri precari che non scelgono questa scorciatoia”.
“Avere il coraggio di denunciare questo fenomeno – lo sapevamo – infastidisce interessi consolidati e visioni corporative che hanno poco a che vedere con il diritto allo studio e la qualità dell’educazione – conclude FISH -. Per questi motivi riteniamo benvenuti i tentativi di sanare queste distorsioni, di garantire ai nostri figli una prospettiva diversa da quella del parcheggio in corridoio assieme al bidello”.

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