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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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06/05/2015

Parkinson Italia: per i malati farmaci più costosi e difficili da reperire

Le famiglie devono pagare anche 54 euro a confezione. Sempre più difficile reperire il farmaco originatore “anche per non chiare ragioni di sopraggiunta indisponibilità”. Ma i generici non rispondono alle esigenze dei malati

Per i malati di Parkinson è sempre più difficile e costoso reperire i farmaci necessari per la terapia. Dal novembre 2014 – a seguito del mutato quadro normativo a livello regionale – “si è determinata una situazione di sostanziale irreperibilità dei farmaci necessari presso le strutture sanitarie ospedaliere e le farmacie. Con un contestuale aumento esponenziale  con un contestuale aumento esponenziale delle tariffe”. La denuncia viene dai presidenti di 12 associazioni lombarde che aderiscono a “Parkinson Italia” o associazioni indipententi che hanno scritto all'assessore regionale alla Salute, Mario Mantovani, per sollecitare un intervento.

A oggi, la cura del Parkinson richiede la somministrazione continua di alcuni farmaci specifici, per cui è prevista l'esenziona totale o parziale del pagamento: il Parkinson, infatti, è una malattia neurodegenerativa totalmente debilitante e per questo, chi ne soffre, ha diritto al riconoscimento dell'invalidità civile. Ma dal novembre 2014 è diventato più difficile e costoso: i malati possono arrivare a pagare anche 54 euro per l'acquisto di una confezione, “quale differenza richiesta dalla farmacia per ottenere il farmaco originatore”, si legge nella denuncia. Un problema non da poco, se si pensa che una buona parte dei malati di Parkinson sono pensionati e quindi dispongono di redditi limitati.

A quanto risulta alle associazioni, è diventato pressoché impossibile per i malati reperire il farmaco originatore “anche per non chiare ragioni di sopraggiunta indisponibilità”. Se in precedenza i malati potevano scegliere tra il farmaco generico e l'originatore senza costi aggiuntivi, oggi le Asl e le farmacie rispondono di avere a disposizione solo farmaci generici, per i quali il sistema sanitario rimborsi interamente il costo. Reperire i farmaci originatori presso le aziende o i grossisti è possibile, ma per farlo le farmacie e le farmacie sono costrette a chiedere ai malati il maggior importo previstto dalla normativa, quale differenza tra il costo effettivo e il rimborso assicurato dal sistema sanitario.

Purtroppo, a differenza di quanto avviene per altre patologie, per i malati di Parkinson è altamente sconsigliabile l'utilizzo di farmaci generici, che possono provocare numerosi effetti collaterali debilitanti. Una situazione complessa, che rende ancora più difficile la gestione dei malati in un contesto già di per sé complicato e difficile. Per questo motivo le associazioni firmatarie della lettera chiedono all'assessore Mantovani “di impegnarsi personalmente affinché la nostra segnalazione giunga nelle sedi più opportune con l’obiettivo comune di trovare una soluzione equa e corretta per assicurare le giuste cure alle persone con Parkinson”.

Ma le associazioni non si limitano alla denuncia. Parallelamente è stato avviato un lavoro per dare vita a un tavolo regionale di coordinamento tra le diverse realtà regionali coordinato da Alessandro Riva, già direttore generale di “Parkinson Italia”. “Si tratta di un'esigenza partita dal basso: nel corso del mese di maggio ci sarà un primo incontro durante il quale saranno le associazioni aderenti a indicarci quali sono i problemi su cui andremo a intervenire per cercare una soluzione”.

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