“La disabilità sfida il welfare sociale: quale spazio ai diritti?”
La Rete Comasca Disabilità invita a un incontro di approfondimento in vista del rinnovo dei Piani di zona 2015-2017, che dovranno ridefinire le politiche della presa in carico delle persone con disabilità
“La disabilità sfida il welfare sociale: quale spazio ai diritti?” è il titolo di un incontro di approfondimento organizzato dalla Rete comasca, in collaborazione con un gruppo di famiglie di persone con disabilità della provincia di Como e delle associazioni del territorio. L'incontro si svolge nell'ambito delle iniziative di informazione e formazione promosse dalla Rete sul tema dell'esigibilità dei diritti. L'appuntamento è per venerdì 20 marzo dalle ore 14.30 presso la Sala degli Stemmi di Palazzo Cernezzi a Como.
In questa occasione il dibattito affronterà, in particolare, le modalità di inclusione delle persone con disabilità nell’ambito del rinnovo Piani di Zona 2015-2017, che dovranno ridefinire le politiche della presa in carico delle persone con disabilità e delle loro famiglie in termini di risposte che ogni ambito territoriale – cioè i comuni – sarà tenuto a fornire loro, nel pieno rispetto delle indicazioni della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, che in Italia sono diventate legge nel 2009.
Dopo l’apertura dei lavori, a cura di Graziella Falaguasta, di Rete Comasca Disabilità, interverranno Bruno Magatti, Assessore Servizi Sociali del Comune di Como e Giovanni Merlo, direttore di Ledha, che offriranno una visione degli scenari attuali e sulle prospettive possibili per la realizzazione di un welfare che crei valore per le persone, le famiglie e le comunità.
L’incontro, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Como, è rivolto ad amministratori locali, assistenti sociali, uffici di piano, associazioni, cooperative e a tutte quelle persone che, a vario titolo, sono coinvolte nell’ambito dei servizi alla persona.
Le reti della solidarietà pubbliche o del privato sociale faticano a tenere il passo alle esigenze della vecchia e nuova domanda sociale e l’attuale sofferenza mette in luce insufficienze storiche del modello di welfare nazionale e locale. Le cui cause vanno rintraciate prima e oltre gli effetti dei tagli delle risorse dedicate.
Il sistema di welfare lombardo ha progressivamente sofferto per l’assenza di prospettive condivise, l’incertezza di scenari praticabili, la scarsa condivisione di strategie e posizionamenti. Ha subìto la mancanza di strutturali sinergie con i settori salute, casa e lavoro, consentendo così il diffondersi del “fai da te” come modello in assenza di meglio. Il fenomeno “cascata” delle responsabilità dalla Regione alle aziende sanitarie o di servizi e da queste agli Enti Locali ha svuotato progressivamente ogni riferimento alla praticabile sussidiarietà e ingenerato il noto fenomeno della riduzione della spesa, prodotto una ritirata programmata, reso difficili nuovi accessi, selezionato il presente per un possibile “meno servizi e prestazioni”, che rappresenta un arretramento delle qualità rese e percepite dai beneficiari.