“La Contea dei Ruotanti”, torna in libreria il romanzo di Franco Bomprezzi
Il racconto di un mondo rovesciato, un luogo dove tutto è organizzato per la disabilità, dove tutti gli abitanti vivono in carrozzina e nessun “camminante” può accedere. Uno sguardo originale sulla disabilità.
In un’Italia prossima ventura, nel cuore della pianura padana, una cinta di antiche mura difende una singolare contea: la Contea dei Ruotanti. È stata fondata dopo la Grande Rivoluzione dei disabili. Tutti gli abitanti, infatti, vivono in carrozzina. Nessun “camminante” può accedervi. Ma all'improvviso, a vita di questa strana città, governata da regole ferree e avvolta in un clima irreale, viene messa in discussione da... una storia d'amore.
La “Contea dei Ruotanti” è il titolo del romanzo di Franco Bomprezzi pubblicato sedici anni fa dalla casa editrice “Il Prato” e che torna nelle librerie con una nuova veste grafica con l'introduzione di Lella Costa e del giornalista Gerardo Bombonato. Il romanzo verrà presentato sabato 21 febbraio al BUK Festival di Modena (ore 18.30, Sala B – Wolinsky) per rispettare la promessa fatta dall’editore Luca Parisato al giornalista e scrittore fiorentino pochi giorni prima della sua scomparsa, avvenuta a Milano, lo scorso 18 dicembre. Una seconda presentazione del libro è prevista a Milano durante il mese di marzo.
“La Contea dei Ruotanti” è un romanzo che guarda la disabilità da un punto di vista originale. Ci racconta un mondo rovesciato, un futuro in cui l'Italia si spezzetta in tanti piccoli stati e territori autonomi tra cui (appunto) la Contea dei Ruotanti: un luogo in cui tutto è organizzato per la disabilità. E quando gli abitanti della Contea catturano un “camminante”, ecco che gli viene imposta la disabilità, deve essere rieducato, deve dimenticarsi di avere l'uso delle gambe. Questa imposizione è la goccia finale, tutto salta. Il governo della Contea diventa sempre più un regime, le vecchie discriminazioni vengono sostituite da nuove discriminazioni, fino a quando la guardiana del camminante se ne innamora,…
“Franco ci ha insegnato a saper guardare la nostra fragilità – commenta padre Giuseppe Bettoni, Presidente della Fondazione Arché. E ciò che di lui poteva sembrare, agli occhi dei più, perdente, umiliante, emarginante è diventato invece esplosione di vita, si è trasformato in passione, parola, proposta, idea, attenzione, diritti, relazioni. La sua capacità di tradurre in parola efficace e precisa un pensiero credo proprio che venisse da lì. E lui ci insegna che è solo a partire da lì che possiamo intessere relazioni vere, umane, è solo così che diventiamo credibili, è solo così che il chicco porta molto frutto. La fragilità è come il seme che tende alla luce, è apertura, invocazione, grido, attesa”. Parte del ricavato della vendita del libro sarà devoluto alla Fondazione Arché Onlus, che dal 1991 si occupa del disagio di mamme e bambini in Italia e nel sud del mondo.