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Persone con disabilitą

A cura di Ledha

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03/02/2015

Assistenza "ad personam", la Provincia promette il rimborso.

La famiglia di Francesca aveva dovuto anticipare le spese per permettere alla figlia di frequentare la scuola. Dopo la diffida di LEDHA, Palazzo Isimbardi interviene. De Luca (Servizio legale): "Continueremo a vigilare"


Le diffide inviate dal Servizio Legale di LEDHA alla Provincia di Milano lo scorso novembre per tutelare i diritti di Sonia e Francesca, due ragazze con disabilità che frequentano la scuola superiore, hanno sortito in parte il loro effetto. Nel settembre 2014 Francesca (nome di fantasia) aveva iniziato la seconda superiore senza che per lei venisse attivato il servizio di assistenza "ad personam". Per ovviare a questa situazione (che si era presentata già durante l'anno scolastico precedente) l'istituto ha stipulato un contratto con educatori privati, la cui spesa è stata sostenuta dalla famiglia.


La diffida inviata dal Servizio Legale di LEDHA alla Provincia (tenuta per legge a fornire questo servizio) ha sortito un primo risultato: da Palazzo Isimbardi è infatti arrivata una rassicurazione al dirigente scolastico dell'istituto frequentato da Francesca. La famiglia riceverà dunque un rimborso per le spese sostenute, grazie ai fondi messi a disposizione da Regione Lombardia. Al contrario, la famiglia di Sonia non avendo ricevuto alcuna risposta dalla Provincia ha deciso di portare la vicenda di fronte al TAR.


"Continueremo a sostenere entrambe le famiglie e a monitorare la situazione - commenta l'avvocato Gaetano De Luca del Servizio Legale LEDHA -. Il rischio, per i genitori di Francesca, è che il rimborso della Provincia non sia sufficiente a coprire interamente i costi già sostenuti per l'assistenza ad personam".
C'è poi un altro elemento da tenere in considerazione, evidenzia De Luca: "Questa modalità di erogazione del servizio è assolutamente penalizzante per le famiglie. Perché affida a loro il compito di scegliere e gestire il servizio, accollandosi spesso l'onere di concludere privatamente dei contratti d'opera professionale. Un compito che dovrebbe essere interamente assolto dall'ente pubblico cui deve ricadere anche la conseguente responsabilità nel caso di non corretto svolgimento del servizio".


L'intervento di LEDHA a favore delle due famiglie si è reso necessario a causa dell'inadempienza della Provincia di Milano nell'attivazione del servizio di assistenza. Infatti, nonostante le molte sollecitazioni da parte delle associazioni delle persone con disabilità, ancora a metà del mese di novembre Palazzo Isimbardi non aveva attivato il servizio di assistenza "ad personam" per i ragazzi che frequentano le scuole superiori. Solo recentemente, infatti, la Provincia ha chiesto ai Comuni e agli Uffici di piano di attivare "tempestivamente" il servizio.

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