Regione Lombardia, un piano contro le barriere architettoniche
Lo chiedono alcuni consiglieri in una mozione che verrà discussa domani dalla Giunta. Obiettivo, finanziare le domande non soddisfatte del Fabbisogno 2012, 2013, 2014.
Regione Lombardia contro le barriere architettoniche. Verrà votata domani (martedì 6 maggio) la mozione presentata dai consiglieri Marco Carra, Carlo Borghetti, Gian Antonio Girelli e Sara Valmaggi per chiedere un impegno concreto del Pirellone contro porte troppo strette, vecchi ascensori, rampe di scale e altre barriere che trasformano la vita quotidiana di tante persone con disabilità un percorso a ostacoli.
Nel testo si chiede di garantire "il pieno finanziamento di tutte le domande ammesse, ma ad ora non soddisfatte, del Fabbisogno 2012, 2013 e 2014 ancora in corso di inoltro a causa della riguzione di copertura finanziaria di Regione Lombardia". Inoltre i firmatari chiedono di prevedere, per i prossimi anni, un adeguato stanziamento di bilancio che permetta di soddisfare le richieste di contributo per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. "Per permettere alle persone con disabilità di potersi muovere liberamente e per garantire quanto più possibile una vita autonoma anche alle persone con disabilità e con ridotte capacità motorie o sensoriali", si legge nella mozione.
In base a quanto previsto dalla legge regionale numero 6, 20 febbraio 1989 ("Norme sull'eliminazione delle barriere architettoniche e prescrizioni tecniche d'attuazione), Regione Lombardia dispone la concessione di contributi a soggetti pubblici e privati per l'adeguamento degli spazi, degli edifici, delle strutture esterne e di servizio, dei luoghi di lavoro e dei mezzi di trasporto pubblici. Nel periodo 2010-2013, le richieste di contributo ammesse a finanziamtno hanno comportato un impegno economico medio annuo a carico della Regione di circa 9 milioni di euro.
Tuttavia, parte delle domande del Fabbisogno 2012 sono rimaste insoddisfatte; lo stesso vale per quelle del 2013 e del 2014. Domande che - come informa la Direzione generale casa, Housing sociale e Pari opportunità in una nota dello scorso giugno - "restano valide ai dini di una loro futura finanziabilità. Ma non è possibile effettuare previsioni in merito alla loro effettiva liquidazione, in quanto al momento non sono previste assegnazioni di bilancio per la loro copertura".