"Se sei disabile non ti affitto casa"
Arianna ha 31 anni e soffre di problemi visivi. Vuole trasferirsi a Milano, ma la sua ricerca è resa più complessa dai pregiudizi di tanti affittuari. Almeno in un caso, il rifiuto è stato motivato apertamente per la sua disabilità.
"No, non voglio affittarti casa. Se hai una disabilità per me è un problema". Trovare casa è sempre un problema, ma se hai una disabilità e devi scontrarti con un muro di pregiudizi allora la ricerca si fa veramente complessa. Arianna Colonello ha 31 anni e non è nuova a episodi di discriminazione di questo tipo: la scorsa estate, mentre era alla ricerca di un appartamento a Brescia, ha dovuto confrontarsi con comportamenti simili. "Ma non mi sarei mai aspettata di trovarmi di fronte a comportamenti di questo genere anche in una città come Milano", commenta con amarezza.
Arianna è laureata in giurisprudenza e vive a Brescia dove ha frequentato la scuola di specializzazione per le professioni legali. Ora sta frequentando un corso per la preparazione al concorso per magistrato ordinario all'Università Cattolica di Milano e non riesce più a fare la pendolare tra Brescia e l'università. Così ai primi di settembre si è messa alla ricerca di un appartamento o di una stanza in affitto nel capoluogo.
Trovare casa per uno studente, si sa, è tutt'altro che semplice. I costi degli affitti a Milano sono particolarmente elevati e spesso dietro a quelli che vengono presentato come "luminosi appartamenti" si nascondono tetri monolocali. E per Arianna la ricerca è ancora più complicata: "Sono parzialmente cieca, affetta da retinopatia fin dalla nascita e, da qualche anno, anche da atrofia ottica - spiega -. Non posso stare in un luogo chiuso con forti sbalzi di luce. La luce naturale dentro l'appartamento deve essere omogenea", spiega. Una patologia che rende ancora più complicata la sua ricerca.
"Dopo qualche ricerca su internet mi sono messa in contatto con il proprietario di un appartamento che credevo potesse essere idoneo - spiega -. Inizialmente mi sembrava ben disposto ed era disponibile a farmi vedere l'appartamento". L'atteggiamento dell'uomo è cambiato non appena Arianna gli ha spiegato la sua condizione: "Ho cercato in ogni modo di fargli capire che sono autonoma, che non ho bisogno della balia ma non è servito a nulla". Poco importa che Arianna sia una ragazza autonoma, capace di muoversi da sola per la città, in possesso di una laurea e di titoli di specializzazione di ottimo livello. Malgrado le spiegazioni, l'uomo ha rifiutato l'appuntamento ad Arianna: "Mi ha detto esplicitamente che la mia disabilità per lui rappresenta un problema - conclude la ragazza -. Ma io non sono una povera cieca".
"Se il rifiuto di concludere il contratto da parte del locatario è basato esclusivamente sulla condizione di disabilità siamo di fronte a un comportamento palesemente discriminatorio", commenta Gaetano De Luca, avvocato del Servizio Legale di Ledha. Comportamenti che sono molto più diffusi di quanto si possa pensare. "Ho visto altre case e nessun altro affittuario ha mai fatto riferimenti espliciti alla mia disabilità - aggiunge Arianna -. Ma ci sono stati casi in cui la discriminazione era più sottile". All'ultimo, quando saltava fuori il problema della vista, c'era sempre qualche scusa per far saltare l'accordo: il possibile disagio per altre coinquiline, potenziali affittuari che avrebbero la precedenza e così via.
Ilaria Sesana