All'ospedale di Bergamo, cure dentarie “ad hoc” per persone con disabilità
Al “Papa Giovanni XXIII” un nuovo servizio del reparto di odontostomatologia permetterà di assistere al meglio le persone più fragili. La lettera delle associazioni: anche noi vogliamo fare la nostra parte.
"Egregi signori,
con immenso piacere, nei giorni scorsi, abbiamo appreso la notizia che presso l'ospedale "Papa Giovanni XXIII", come autorevolmente annunciato dall'assessore regionale alla Salute, Mario Mantovani, si avvierà presto una nuova attività del reparto di Odontostomatologia dedicata particolarmente alle persone con disabilità e alle persone fragili a causa di malattie o per qualsiasi altro motivo.
La nuova attività, abbiamo appreso dagli organi di informazione, si porrebbe come una forma di alta specializzazione per casi particolarmente difficili e complicati, ed è proposta da un progetto del responsabile del reparto di Odontostomatologia del "Papa Giovanni XXIII", Umberto Mariani e della sua équipe. Si tratterebbe peraltro di un progetto a bassissimo impatto economico, se non addirittura a costo zero: tutto dipende dalla riorganizzazione del servizio su città e provincia.
Ciò rappresenta per tutti noi, esponenti dell'associazionismo della città e della provincia di Bergamo del settore della disabilità e, più in generale, dell'ambito socio-sanitario, il coronamento di un sogno lungamente cullato. Una luce che riaccende una speranza mai sopita.
Da diversi anni stiamo segnalando questa necessità, sempre più urgente e a volte drammatica, di poter offrire ai nostri famigliari disabili o affetti da problemi di salute (trapiantati, dializzati, oncologici, ematologici) che li rendono fragili, di una sorta di corsia preferenziale (non è un privilegio ma un servizio ai più deboli) per la cura della bocca, della corretta igiene orale e della funzionalità masticatoria.
Appare utile sottolineare come situazioni di sofferenza di queste funzioni rendano a volte estremamente precarie le condizioni di salute e penalizzante la vita di relazione delle persone a noi tutti care.
Solo chi, come noi, accudisce giornalmente le persone che soffrono di fragilità congenite o acquisite sa realmente quanto sollievo potrebbe essere rappresentato da un reparto ospedaliero specificamente dedicato, dove le eccellenze possano trovare concreta espressione e fattiva possibilità di essere messe al servizio di chi ha bisogno.
Bergamo, grazie all'azienda ospedaliera "Papa Giovanni XXIII", con questo nuovo fiore all'occhiello arricchirebbe la propria offerta socio-sanitaria aggiungendo un altro importante tassello nel grande mosaico della solidarietà che fa della nostra una provincia assolutamente speciale.
Poiché siamo certi che l'impegno a suo tempo assunto dall'assessore regionale alla Salute, Mario Mantovani, dal vice presidente della Commissione salute e politiche sociali della Regione, Angelo Capelli, dalla direttrice dell'Asl di Bergamo, Mara Azzi, dal direttore generale dell'azienda ospedaliera "Papa Giovanni XXIII", Carlo Nicora, e da tanti altri esponenti del mondo sanitario e sociosanitario sia provinciale che regionale, è un impegno serio, basato su un progetto concreto, probabilmente unico in Italia e peraltro già presentato - come risulta dai verbali della Conferenza dei sindaci - all'Asl e al Consiglio dei sindaci della provincia di Bergamo, che l'hanno valutato estremamente positivo, ci permettiamo di inoltrare una specifica istanza.
Chiediamo infatti che sia organizzato un incontro con il direttore generale dell'Asl, Mara Azzi, il direttore del "Papa Giovanni XXIII", Carlo Nicora, il vice presidente della Commissione regionale Lombardia alla salute e alle politiche sociali, Angelo Capelli, l'assessore della Provincia, Domenico Belloli, e il presidente del Consiglio dei sindaci, Leonio Callioni (anche nel suo ruolo di assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo), per un approfondimento del progetto a cura dello stesso autore, Umberto Mariani.
Per noi sarebbe una preziosa possibilità di essere messi a conoscenza dei dettagli, e quindi poter capire la reale portata e le potenzialità del progetto stesso. Anche noi vogliamo fare la nostra parte: oltre a garantire il supporto a tutto ciò che può dare qualità di vita ai nostri famigliari e alle persone fragili della città e della provincia di Bergamo, potremmo assicurare l'impegno a sostenere l'avvio e il cammino del progetto su tutto il territorio di Bergamo, attraverso la nostra capillare rete di associazioni e di associati.
Nella speranza di avere presto una vostra cortese e attesa risposta, rinnoviamo un grazie sentito, che proviene dal profondo del cuore, e porgiamo cordiali saluti.
Sergio Palazzo
Presidente del Coordinamento Bergamasco per l'Integrazione per conto delle Associazioni aderenti"