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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

03/07/2013

Sento l'aria

Il film-documentario di Mirko Locatelli racconta il mondo della disabilità uditiva attraverso le storie di un musicista, un professionista della comunicazione e una ragazza da poco laureata. La nostra recensione.

Cosa succede quando il primo violino della Scala "perde" i suoni? E come vive una ragazza milanese, neo-laureata in Economia aziendale, che porta gli apparecchi acustici? Quali timori vive un professionista della comunicazione che trascorre ore e ore al telefonino? Giulio, Maria Cristina e Franco sono i tre protagonisti del film-documentario "Sento l'aria" di Mirko Locatelli e Giuditta Tarantelli prodotto da "Officina cinema" in collaborazione con Linear e con il contributo della Provincia di Milano.

"Non pensavamo che i problemi uditivi fossero così diffusi - sottolinea Giuditta Tarantelli -. Abbiamo scelto di raccontare l'arcipelago delle sordità, facendo parlare persone comuni, che si possono incontrare tutti i giorni". I tre protagonisti raccontano la scoperta della sordità, spiegano il modo in cui hanno costruito la loro vita quotidiana e gli ostacoli che hanno dovuto superare.

Particolarmente toccante l'esperienza di Giulio Franzetti, già primo violino dell'orchestra della Scala di Milano diretta dai maestri Abbado e Muti, che verso i sessant'anni ha iniziato a percepire un calo all'udito. "All'orecchio destro, quello con cui ascoltavo gli altri strumentisti", spiega. Racconta lo choch, il tentativo di nascondere, per alcuni anni, questo cambiamento. E la successiva presa di consapevolezza: "Ho reagito come una belva, non mi sono lasciato andare. Ho affrontato i miei fantasmi. E ho potuto continuare a fare il mio lavoro ancora per una buona decina d'anni".

"Il silenzio, si può sentire il silenzio? - si chiede Maria Cristina -. È pazzesca come cosa. A meno che non ci sia un clacson. Sento l'aria... sento una cosa soffice". Un racconto delicato, dove le voci dei personaggi e i suoni dell'ambiente che li circondano sono molto presenti. Rumori di sottofondo che il regista ha volutamente enfatizzato. "Avevamo tre fonici sul set e quando abbiamo finito di girare avevamo 30 ore di suoni - spiega Mirko Locatelli -. La scelta di lasciare in primo piano i suoni della natura, il vento e l'acqua è stato un modo per evidenziare quanto siano presenti nella nostra vita quotidiana".

Il film sarà disponibile a breve nella Mediateca di Ledha

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