Arrampicare senza limiti
In Val Masino, sulla parete del Sasso Remenno è stata inaugurata una parete appositamente attrezzata per persone con disabilità visiva che vogliono scoprire l'ebrezza dell'arrampicata.
Le mani sfiorano la roccia, leggere. Le dita scrutano su ogni fessura, alla ricerca di un appiglio. Poi la presa, sicura, e il passo successivo. Silvia Parente (campionessa del mondo di paraclimb con un oro e tre bronzi iridati) sale veloce sulla parete del Sasso Remenno, storica "palestra" per i sassisti e gli appassionati di arrampicata che frequentano regolarmente la Val Masino. "Quando non sei in gara è bello scoprire il terreno da soli, individuare i passaggi che puoi attraversare - spiega Silvia, una volta tornata a terra -. Mi piace molto questo sport perché permette di trascorrere tempo all'aria aperta. Ma soprattutto per il rapporto di fiducia che bisogna costruire con il proprio partner".
Un'emozione che sempre più persone con disabilità visiva avranno la possibilità di provare. Nel corso della prima edizione di "Arrampicare senza limiti" (3-4 maggio scorso) è stata inaugurata una mini-parete per non vedenti, formata da due percorsi appositamente attrezzati: "Paraclimb" (una via lunga 21 metri, difficoltà 5A) e "Senza limiti" (lunga 19,8 metri, difficoltà 5A). "Alla base della parete c'è una bacheca dedicata, con le istruzioni in Braile: il nome della via, il suo tracciato, i punti di sicurezza", spiega Matteo Pastori, presidente del comitato lombardo della Fasi (Federazione arrampicata sportiva italiana), tra i promotori di questo progetto che coinvolge il Comitato italiano Paralimpico, Ersaf e Regione Lombardia.
A inaugurare la prima parete naturale accessibile per persone con disabilità visiva è stato l'assessore regionale allo Sport, Antonio Rossi. Assieme all'ex canoista e campione olimpico, circa 200 persone fra ciechi e ipovedenti, si sono cimentati con la scalata del Sasso Remenno durante il week end di "Arrampicare senza limiti". "Tutti devono avere la possibilità di vivere la montagna senza limiti, in ogni suo aspetto. Anche quello sportivo", ha commentato l'assessore. L'obiettivo finale è molto più ambizioso: "Arrampicare senza limiti" infatti, rientra nell'ambito del "Progetto Vetta" che ha come obiettivo migliorare l'accessibilità delle montagne e delle vette alpine.
Tra coloro che lavorano per far crescere la cultura dello sport accessibile c'è anche Simone Salvagnin, 28enne vicentino, ipovedente e campione mondiale di arrampicata sportiva. Nato in una famiglia di appassionati di montagna ha messo le mani sulla roccia poco dopo aver iniziato a camminare. "Una malattia degenerativa della retina mi ha portato alla cecità quasi totale - racconta - e ho smesso di arrampicare perché era troppo duro. Ma qualche anno fa, sollecitato da amici, ho ripreso. E ho scoperto una dimensione che non pensavo nemmeno esistesse".
Determinato e appassionato Simone è anche portavoce della Carta Onu dei diritti delle persone con disabilità: "Troppo spesso mancano le informazioni e per questo le persone con disabilità pensano di non poter arrampicare. Non si approcciano allo sport - conclude Simone -. Tuttavia ci sono sempre più persone che si avvicinano a questa disciplina e spero che l'arrampicata diventi sempre più agibile".
I.S.