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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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28/11/2012

Una ciclofficina speciale

Nel quartiere Bovisa si insegna a riparare e restaurare vecchie biciclette. Trasformando le due ruote in uno strumento per costruire la propria autonomia.

Un locale piccolo, ma perfettamente attrezzato con un banco da lavoro, morsa, un paio di cavalletti e tutti gli strumenti necessari alle riparazioni. Camere d'aria nuove e qualche copertone appoggiato in un angolo. Nella stanza accanto vecchie biciclette, più o meno malmesse, che verranno presto rimesse in sesto. Negli spazio di "Ciclofficina Bovisa" tutto è pronto per dare il via a un laboratorio di ciclomeccanica molto speciale. "Insegneremo le tecniche per il recupero e il restauro di vecchie biciclette a ragazzi e adulti in situazioni di disagio", spiega Amedeo Bozino, neuropsicologo e fondatore del Centro psicologia della famiglia. "Andremo a lavorare con ragazzi che hanno disturbi di apprendimento, problemi di tipo cognitivo o disturbi dello spettro autistico - aggiunge -. Ma anche persone con patologie neuropsichiatriche o psichiatriche. La bicicletta è uno strumento estremamente versatile".

"Ciclofficina Bovisa" è un progetto nato dall'incontro tra Amedeo Bozino e Riccardo Bosi, fondatore di "La Movida" (www.associazionemovida.com), associazione che propone viaggi e vacanze per persone con disabilità e disagio psichico. "Durante queste iniziative usiamo spesso la bicicletta e io sono appassionato di ciclomeccanica - spiega Ricardo Bosi -. La ciclofficina è l'evoluzione naturale di questo percorso". Assieme a loro, ad animare il laboratorio, ci sarà un meccanico esperto che insegnerà i trucchi del mestiere agli utenti del servizio.

Bicicletta come massima espressione di libertà. Bicicletta come metafora. Come mezzo attraverso il quale conquistare fiducia e autonomia. "Riparare e rimettere in pista una vecchia bicicletta è un percorso che mette in gioco diverse abilità e competenze", spiega Riccardo Bosi. Obbliga ad affrontare i problemi, a risolverli passo passo, a prendere decisioni, a organizzare. "Ogni step è un passo verso la costruzione di una nuova immagine di sé. Un passo verso una maggiore autonomia - aggiunge Amedeo Bozino -. Perché queste capacità che si affinano all'interno della ciclofficina sono utili soprattutto nel mondo esterno".

Non importa se per ottenere un risultato ci vuole un mese o un anno di lavoro. A ciascun utente la ciclofficina offre un progetto personalizzato, che si adatta alle sue esigenze. "Chi è più fragile e ha bisogno di vedere in poco tempo il risultato dei suoi sforzi lavora su qualcosa che gli permette di vedere i risultati in poco tempo", spiega Riccardo. Gli verrà affidata una bicicletta un poco malconcia, che richiede di piccoli lavori di riparazione per tornare in perfetta efficienza. Al contrario, chi riesce ad affrontare un percorso più lungo, avrà la possibilità di costruire una bici nuova di zecca a partire dal nudo telaio.

"In questo momento stiamo lavorando per divulgare il progetto - spiega Riccardo Bosi - per creare sinergie con i servizi del territorio. Al momento non abbiamo finanziamenti, ma siamo convinti che questo progetto possa viaggiare con le sue ruote". Per conoscere la "Ciclofficina Bovisa" ed essere aggiornati sulle nuove iniziative, potete consultare il sito ciclofficinabovisa.com.

Ilaria Sesana

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