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Persone con disabilità

A cura di Ledha

Archivio notizie

27/09/2012

Milano, disabili costretti a chiedere l'elemosina

La Polizia locale ha liberato 32 persone ridotte in schiavitù, 12 gli arresti. Santagostini: “Ora che sono tornati liberi, Milano deve dimostrare di sapersi occupare di queste persone”.

 

Persone con disabilità (anche gravi) costrette a elemosinare agli angoli delle strade, ai semafori o all'uscita della metropolitana di Milano. Ridotte in condizioni di vera e propria schiavitù, percosse e ricattati dai loro aguzzini che le avevano reclutate, per poche decine di euro, in Romania.

L'operazione "Ade" (il nome che gli antichi greci davano al mondo degli inferi), condotta dalla Polizia locale di Milano e che si è conclusa martedì mattina, ha permesso di liberare 32 persone con disabilità. Tutti uomini rom dai 20 ai 75 anni che erano stati venduti dalle stesse famiglie ai loro sfruttatori per somme minime: dai 20 ai 50 euro in base al grado di disabilità. Costretti a dormire per terra, in pessime condizioni igenico-sanitarie, all'interno di un'area occupata in via Calchi Taeggi (zona Bisceglie), "sfamati" soltanto la sera, con un pezzo di pane.

Persone fragili, malate. Che venivano costrette con la forza, con il ricatto e persino con le violenze a stendere la mano per chiedere elemosina. E che con il loro "lavoro" fruttavano dai 35 ai 50 euro al giorno ai loro sfruttatori: un giro d'affari di qualche milione di euro l'anno. Le vittime di questo spietato racket sarebbero infatti almeno un centinaio. Dodici persone sono state arrestate con l'accusa di tratta e riduzione in schiavitù.
I 32 schiavi dell'elemosina sono state trasferite in una struttura di emergenza sociale della protezione civile. Persone che hanno bisogno di cure e di percorsi di riabilitazione. Che devono avere la possibilità di vivere in condizioni dignitose.

Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità, chiede che queste persone non vengano abbandonate al loro destino. "Ora che sono tornati liberi, Milano deve dimostrare di sapersi occupare di queste persone - commenta il presidente Fulvio Santagostini -. Ora bisogna garantire l'accessibilità al sistema sanitario nazionale e fornire tutti gli ausili possibili alle vittime. Poi vanno valutate le diverse disabilità e a quel punto vanno supportate dal punto di vista sanitario e psicologico".

La responsabilità della presa in carico spetta alle istituzioni "ma Ledha e il mondo associativo e le associazioni del Terzo settore daranno sicuramente la loro disponibilità a sostenere il Comune per valutare e trovare risposte adeguate", conclude Santagostini.

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