Anci Lombardia: “Ora intervenga la Regione”
L'associazione del Comuni lombardi chiede al Pirellone di varare una legge che risolva il conflitto di competenze sull'assistenza scolastica per i ragazzi con disabilità che frequentano le scuole superiori.
Sui servizi finalizzati all'integrazione scolastica per i ragazzi con disabilità "è tempo che le Province si assumano le proprie responsabilità". È la posizione di Anci Lombardia all'indomani della sentenza del Tar Lombardia che ha condannato la Provincia di Milano a risarcire a una famiglia il danno causato dalla mancata assegnazione dell'assistenza scolastica al figlio.
“La sentenza è chiarissima ed elimina ogni possibilità di diversa interpretazione, se mai ce ne sono state - commenta Attilio Fontana, sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia -. Da tempo tutti i pronunciamenti della giurisprudenza ribadiscono lo stesso concetto. Anche la Regione Lombardia deve prenderne atto".
Il contenzioso tra Comuni e Provincie sul tema va avanti da anni. Le famiglie chiedono i servizi finalizzati all'integrazione scolastica per i figli disabili: assistenza educativa e trasporto. Le Province declinano l'impegno, la Regione finanzia solo il trasporto, erogando fondi alle Province. Per l'assistenza educativa le famiglie non sanno a chi rivolgersi e chiedono ai Comuni di intervenire.
“I Comuni lombardi non hanno mai abbandonato né gli alunni disabili né le loro famiglie e si sono fatti carico delle spese per l'assistenza educativa anche per gli alunni delle superiori, quantificate in 15 milioni di euro all'anno", sottolinea Anci Lombardia. Una spesa che ora non è più possibile sostenere: la Corte dei Conti non consente più di affrontare impegni di spesa per i quali non esista una norma specifica che attribuisca la competenza.
"Chiediamo alla Regione Lombardia di intervenire. Occorre una legge che dica in maniera chiara a chi tocca garantire il servizio di assistenza e dove reperire le risorse", aggiunge Pierfranco Maffè, presidente del Dipartimento istruzione di Anci Lombardia. Una sentenza del 2008 del Consiglio di Stato aveva sancito che le Regioni legiferassero in merito. "Ma a distanza di quattro anni Regione Lombardia non ha ancora provveduto", sottolinea Attilio Fontana.
L'anno scolastico sta per iniziare e le famiglie sono preoccupate. "I Comuni non si tireranno indietro - assicura Maffè -. Stiamo lavorando per avviare dei tavoli in cui Comuni e Province possano trovare un accordo. Il nostro obiettivo è salvaguardare gli interessi e i diritti delle famiglie".