Disabilità, non è sempre la stessa storia
“Storia della disabilità. Dal castigo degli dei alla crisi del welfare” è il titolo dell'ultimo libro di Matteo Schianchi.
La disabilità è da sempre parte della storia dell'umanità, ma non è sempre la stessa storia. "L'idea di fondo è che se la disabilità è sempre esistita. Allora è possibile trovarne tracce, anche minime, persino in civiltà molto antiche. E alcune tracce ci sono". A condurre questa paziente ricerca è Matteo Schianchi, ricercatore universitario e autore del saggio "Storia della disabilità. Dal castigo degli dei alla crisi del welfare" (Carocci editore).
Si parte dall'antica Grecia e da Roma, dalle pratiche di eliminazione dei bambini nati con qualche deformità. Sfatando anche qualche mito, come quello della Rupe Tarpea. Il viaggio attraverso la storia della disabilità prosegue attraverso i secoli passando per il Medioevo, il Rinascimento, l'Illuminismo fino ad arrivare al XX secolo. Solo un'avvertenza, prima di iniziare la lettura: "Bisogna stare attenti a non applicare al passato categorie che usiamo oggi -spiega Schianchi-. Parlare, ad esempio, di inclusione e accettazione è una forzatura".
A legare tutto questo percorso, un'unica traccia. Il filo rosso dello stigma sociale che colpisce le persone con disabilità. "E' sempre esistito. Ma la sua natura cambia nel tempo", spiega Schianchi. Lo stigma dei disabili oggi è diverso da quello di mille anni fa. "Nel libro cerco di spiegre come la stigmatizzazione cambi nel tempo, pur producendo sempre quella che noi chiamiamo esclusione - spiega Schianchi -. Ma l'eliminazione dei disabili nella Germania nazista non c'entra nulla con quello che avveniva nell'antica Grecia".
Nel volume ci sono poi interessanti capitoli dedicati ai cosiddetti "mostri", con un excursus che parte dal mostro del mondo greco-romano per arrivare all'Ottocento. E che illustrano anche quelle che erano le pratiche di "mettere in mostra" i diversi: vanto dei potenti in età antica e moderna (ad esempio i nani di corte), fino ad arrivare agli spettacoli da baraccone dell'Ottocento (i cosiddetti freak show). Non potevano poi mancare un'approfondimento sulle cosiddette pedagogie speciali (rivolte a persone con disabilità di tipo sensoriale) e una riflessione sulle tappe dello sviluppo dello stato sociale che rischia oggi di tornare un welfare caritatevole noncurante dei diritti.
Particolarmente interessanti, infine, le pagine dedicate all'industrializzazione di massa e alla Prima guerra mondiale. Due eventi che hanno "accelerato" la presenza delle disabilità nella nostra società. Le macchine industriali (ad esempio il telaio meccanico) producono inabilità e malattie da lavoro a livelli mai visti in precedenza. Lo stesso vale per la tecnologia introdotta dalla Prima guerra mondiale: "Sono gli infortuni sul lavoro all'interno del sistema industriale a modificare sostanzialmente, a partire dal secondo Ottocento, il mondo della disabilità da un punto di vista numerico", scrive Schianchi nel libro.
Tuttavia a gettare brutalmente sullo scenario sociale la disabilità è stata proprio la Grande Guerra: le moderne tecnologie applicate all'arte bellica (carri cingolati, aerei da ricognizione, gas ) producono milioni di mutilati, invalidi, ciechi e sordi. Quasi 10 milioni di persone in tutta Europa. Cui bisogna aggiungere il numero, elevato ma imprecisato, di quelli che hanno riportato danni psichici e psichiatrici a causa della guerra.
Nell'area Videonchieste è possibile visualizzare la video intervista all'autore Matteo Schianchi.
Matteo Schianchi (1972) laureato in storia contemporanea all'università Statale di Milano, studia Storia sociale della disabilità all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Ha pubblicato La Terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà(Feltrinelli, 2009). Collabora con Federazione Italiana Superamento dell'handicap (Fish).
(I.S.)