Staffetta in handbike contro le mafie
“A ruota Libera” è un'iniziativa promossa da Libera e dalla “Polisportiva disabili della Valcamonica”, partenza il 6 luglio da Breno e arrivo a Palermo il 19 luglio nel ventennale della strage di via d'Amelio.
"Noi disabili faremo camminare le idee di chi è stato ucciso dalla mafia. Con le nostre braccia vogliamo tracciare un solco di legalità che parte da Breno e che arriverà fino a Palermo". Mauro Bernardi, 35enne paraplegico e primo maestro italiano di sci per disabili, è uno dei sei atleti con disabilità che attraverserà l'Italia (1.850 chilometri e 14 tappe) con A ruota Libera, la staffetta antimafia organizzata dal presidio di Libera Valcamonica "Ida e Nino Agostino" e dalla Polisportiva disabili della Valcamonica, che quest'anno festeggia il ventennale.
A lanciare l'idea Mirco Bressanelli, ingegnere 41enne e due volte campione italiano di handbike (la bicicletta a tre ruote in cui si pedala con le braccia). "Quando Mirco ha chiesto la nostra adesione a questa iniziativa abbiamo risposto tutti positivamente. Non tanto per l'aspetto atletico, quanto per l'importanza del messaggio che vogliamo lanciare", aggiunge Mauro Bernardi.
La partenza è prevista per la mattina di venerdì 6 luglio da Breno (Brescia). Ai blocchi di partenza, oltre a Mirco Bressanelli e Mauro Bernardi, ci saranno Mario Gatelli (vicecampione in carica di tennis in carrozzina e due volte paralimpico), Alessandro Scalvinoni (è stato il primo italiano a partecipare alla maratona di New York in carrozzina), Giordano Tomasoni (vicecampione italiano di sci di fondo) che partiranno sulla loro handbike. Mentre Emanuele Bersini, ipovedente, correrà su un tandem guidato da Giuseppe Falconi.
La prima tappa porterà la staffetta da Breno a Castiglione delle Stiviere, nel mantovano. Il giorno dopo (7 luglio) si arriva a San Giovanni in Persiceto (Bologna) con una tappa intermedia a a campo di accoglienza per sfollati di Bomporto, nel modenese, per consegnare giochi e palloni ai bambini vittime del terremoto. Quindi Scandicci, Formello, Pomezia e giù giù, lungo lo Stivale, fino ad arrivare a Palermo, il 19 luglio in occasione del ventesimo anniversario della strage in cui persero la vita Salvatore Borsellino e gli uomini della sua scorta. Ad accogliere gli atleti in via d'Amelio ci saranno anche Rita e Salvatore Borsellino.
Nei giorni successivi, la carovana ha previsto altre tappe. "Per noi non esistono vittime della mafia di serie A e di serie B - spiega Gian Battista Raffetti di Libera Valcamonica -. Con i giovani palermitani di Addiopizzo andremo a Capaci, per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Poi andremo a Villagrazia di Carini, dove una stele ricorda l'omicidio di Ida e Nino Agostino, i due giovani sposi ai quali è intitolato il Presidio di Libera Vallecamonica".
Infine un momento fortemente simbolico: a Cinisi gli atleti della Polisportiva disabili Valcamonica percorreranno i "cento passi" che separano la casa di Peppino Impastato da quella del boss Tano Badalamenti.
Ogni giorno gli atleti affronteranno tappe di 140-170 chilometri, che si concluderanno ogni sera in un luogo significativo, dove gli atleti e i loro accompagnatori incontreranno la cittadinanza, i coordinamenti e i presidi territoriali di Libera. "Saremo 23 persone e ci sposteremo con otto mezzi attrezzati per disabili -aggiunge Raffetti-. Grazie al sostegno di Libera, siamo riusciti a pianificare i pernottamenti lungo tutte le 14 tappe". A far da colonna sonora, il brano inedito del gruppo folk "I luf", un inno antimafia sulle note della tradizionale canzone siciliana "Ciuri ciuri".
“Per cercare di accontentare le tante richieste di ospitalità che abbiamo ricevuto ho dovuto allungare il percorso originario - conclude Raffetti -. Ma per gli atleti non è un problema, vanno come treni, nelle simulazioni di tappa hanno medie anche di 50 all'ora e ogni tanto dobbiamo tenerli a freno".
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