Cerchi lavoro? Ripassa fra nove mesi!
La Provincia di Milano, attraverso il Piano Emergo, ha messo a disposizione oltre tre milioni di euro per l’inserimento al lavoro di persone con disabilità. In quattro giorni i soldi sono finiti!
La riforma del mercato del lavoro in Lombardia prevede il finanziamento delle attività per l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità attraverso il sistema delle "Doti".
Ogni persona con disabilità in grado di lavorare dovrebbe quindi avere la possibilità di spendere la sua "dote" pari a 9.500 € a testa per progetti di inserimento lavorativo da realizzarsi attraverso enti accreditati, pubblici e privati, secondo le indicazioni della Legge regionale 22/06.
Il 15 giugno la Provincia di Milano ha dato avvio al nuovo Piano Emergo mettendo a disposizione le 250 Doti previste. Nel giro di soli quattro giorni sono state tutte prenotate. Ciò significa che attualmente, e fino al 31 marzo 2011 (data di chiusura della prima annualità del Piano Emergo), non sarà più possibile, a nessun cittadino con disabilità, rivolgersi a uno sportello e usufruire di una Dote per poter essere inserito al lavoro.
La stessa cosa è avvenuta per le altre Doti messe a disposizione. La Dote sostegno (mantenimento del posto di lavoro) prevedeva un totale di 110 persone che potevano essere seguite. Il contatore è rimasto aperto 3 ore e poi i fondi si sono esauriti. La Dote psichici (riservata al mantenimento di persone con disabilità psichica all'interno delle cooperative B), che valeva anch'essa per 110 persone e ammontava a un totale di 770.000 euro, è stata avviata alle 14,00 del 21 giugno e si è esaurita alle 14,05 dello stesso giorno.
Questo dato potrebbe essere interpretato da alcuni come positivo, come segnale che il sistema dei servizi abbia una notevole capacità di rispondere alle richieste delle persone con disabilità. Tra gli operatori del settore prevale invece una lettura diversa, che da per scontato che non tutte queste prenotazioni rispondano esattamente ai bisogni del cittadino con disabilità, bensì al mantenimento occupazionale e precario dei propri operatori.
Inoltre vi è il forte sospetto che le richieste non siano state calibrate rispetto ai bisogni delle persone seguite. I cosidetti progetti personalizzati non possono essere altro che un bel "copia e incolla", che ha poco a che fare con i reali bisogni delle persone con disabilità.
Il dato certo è che con questo sistema non si possono offrire opportunità lavorative a persone con disabilità fino al 31 marzo 2011.
L'unica possibilità - ad oggi - di ulteriori interventi potrebbe essere data dalla riallocazione di soldi non spesi da enti che non sviluppino la dote prenotata. In questo caso, comunque, non è dato sapere quale siano le strategie o le indicazioni della Provincia di Milano per eventuali rifinanziamenti delle Doti, permanendo il rischio comunque di una nuova "gara di velocità" una volta riaperti i fondi.
Il 18 marzo 2009 la Regione Lombardia avviò una Dote Lavoro Disabili sperimentale che mise a disposizione della Provincia di Milano, circa due milioni di euro per 226 Doti. Nella fase sperimentale si è potuto constatare lo scorrere lento delle prenotazioni, lasciando a disposizione per parecchi mesi i fondi. Attualmente risulterebbero ancora 27 doti non prenotate su Milano e 87 su tutta la Lombardia.
L'esaurimento repentino delle risorse è parso quantomeno inaspettato, e non mette di certo in condizione i cittadini e lavoratori con disabilità di esercitare il diritto alla libera scelta del servizio a cui rivolgersi, che è l'architrave dell'intera riforma regionale dei servizi. Riforma che dovrebbe spostare la titolarità degli interventi dai servizi alla libera scelta della persona in un regime di "con-correnza" tra diversi servizi pubblici e diversi servizi privati.
E' possibile valutare la qualità di un servizio dalla velocità con cui i suoi operatori inseriscono dei dati in un database on line?
E' corretto che una persona riceva o meno una importante opportunità per il suo futuro, lavorativo e esistenziale, solo in base all'ente scelto, ovvero dalla "capacità" di accaparrarsi il più velocemente possibile una Dote?
Non era certo questa l'aspettativa e l'intenzione degli amministratori regionali nel momento in cui hanno determinato una riforma radicale dell'organizzazione dei servizi. Nel caso specifico dei servizi per l'inserimento lavorativo vi è un'anomalia rappresentata dal fatto che lo stesso ente - la Provincia - che da un lato eroga le risorse, dall'altro concorre alla loro gestione attraverso proprie agenzie che godono di conseguenza alcuni vantaggi strutturali e informativi.
Al di là delle diverse considerazioni tecniche e in attesa di poter verificare con trasparenza quanto sia successo rimane il dato che le persone con disabilità milanesi ed i loro familiari che busseranno alla porta dei diversi servizi per essere sostenuti nella ricerca di un posto di lavoro non potranno che sentirsi rispondere: "Mi dispiace, ripassi fra nove mesi".