Difesa Civica a Milano
Di seguito pubblichiamo il Comunicato Stampa inviato dal Difensore Civico della Città di Milano in data 11 gennaio 2010
Milano, 11 gennaio 2010 - Nell'anno in cui il Parlamento italiano ha ratificato la "Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità" e a ridosso dell'entrata in vigore della "Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea" il Comune di Milano sembra orientato a rinunciare alla difesa civica.
Il 30 dicembre scorso, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge finanziaria 2010, è stata inviata al difensore civico una nota esplicativa degli effetti prodotti dalla legge, a firma del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale, intesa ad individuare la data di entrata in vigore della finanziaria (1.1.2010) come data di decorrenza della cessazione del difensore civico. Da subito, con inusitata celerità, nell'arco dei cinque giorni lavorativi seguenti, è partita una raffica di disposizioni dirigenziali (rescissione di contratto individuale di lavoro, trasferimenti del personale, blocco dell'utilizzo delle risorse finanziarie assegnate all'ufficio) che sta mettendo in crisi la struttura organizzativa mediante la quale il difensore civico esercita le funzioni previste dell'ordinamento. L'insieme di questi episodi provoca, di fatto, l'interruzione del pubblico servizio di difesa civica. Nella sostanza, paradossalmente, le sorti della difesa civica sono state poste nelle mani della burocrazia. Solo il Consiglio comunale può decidere la sorte della difesa civica.
Il Consiglio comunale, organo referente del Difensore civico ed unico organo competente sulle modifiche statutarie necessarie per la soppressione della figura del Difensore civico, sembra così relegato ad un ruolo di mera ratifica di disposizioni della legge finanziaria che, per la loro natura ordinamentale, erano state dichiarate non ammissibili dallo stesso Presidente della Commissione Bilancio della Camera. Furono poi riacciuffate nel convulso iter approvativo della legge.
"Al Comune di Milano non esiste - così commenta la situazione l'Ombudsman per la città di Milano - una questione "Barbetta". Forse esiste una questione "difesa civica". In realtà l'entrata in vigore della legge finanziaria non ha prodotto alcun effetto diretto sul Difensore civico comunale. L'istituto può essere soppresso solo con una modifica statutaria deliberata dal Consiglio comunale. Ho perciò informato il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale che la mia presenza in sede continua per assicurare lo svolgimento degli ordinari compiti di istituto e ho chiesto il ripristino delle condizioni operative in essere al 31 dicembre 2009. Si tratta di una scelta dettata dallo spirito di servizio neiconfronti della città e dal rispetto che ritengo di dovere al Consiglio comunale.
E' del tutto irrilevante che il mio mandato si sia protratto oltre il quinquennio. Lo Statuto del Comune prevede infatti che il Difensore civico eserciti le sue funzioni fino all'elezione del successore. E' inutile dissertare in astratto sulla prorogatio, basta leggere alla lettera il chiarissimo dettato statutario. L'impossibilità giuridica della nuova elezione di un Difensore civico nasce, non con l'entrata in vigore della legge finanziaria, ma con l'esecutività dell'eventuale deliberazione di modifica dello Statuto approvata dal Consiglio comunale.
La questione va dunque portata nella sede competente. Solo il Consiglio comunale può legittimamente esprimere la volontà del Comune in ordine all'istituto del Difensore civico. Non vi è altro organo che possa decidere se e come la difesa civica per Milano debba continuare o concludersi.
Tutto ciò sta accadendo alla vigilia di una iniziativa legislativa annunciata in ambito governativo, in adesione anche alle richieste avanzate dall'Associazione dei Comuni (ANCI), che modificherebbe i termini posti dalla legge finanziaria.
Si tratta anche di non vanificare gli investimenti fatti e di non disperdere il patrimonio di professionalità e di credibilità maturato in un'esperienza riconosciuta di eccellenza nella città, nel Paese e a livello internazionale, come è giusto che sia ogni volta che Milano si muove.
La voce agli esperti
La questione è di grande rilevanza. Sono in gioco il diritto dei cittadini di richiedere l'intervento del difensore civico, il diritto dei cittadini che hanno presentato le loro istanze a vedere concluso, in modo espresso e ad opera dell'organo al quale si sono legittimamente rivolti, il relativo procedimento in corso (500 casi), il dirittodell'Amministrazione, in particolare del Consiglio comunale, di avvalersi del ruolo propositivo del difensore civico.
Sarebbe pertanto più che opportuna l'acquisizione di pareri espressi da esperti di chiara fama nelle discipline del diritto costituzionale e del diritto amministrativo.
Ciò consentirebbe una valutazione più accurata di quanto è già avvenuto ma anche di assicurare all'assemblea una più compiuta conoscenza dei termini giuridico-istituzionali sui quali basare la determinazioni di propria competenza.
Quale futuro per la difesa civica
Rimane un interrogativo - conclude Alessandro Barbetta- sullo sfondo delle vicende di questi giorni. La difesa civica è in una evidente fase di transizione. Il Comune di Milano, come ogni altro Comune ha di fronte tre ipotesi. La prima, impegnarsi per far si che la difesa civica comunale, ove è maggiore e più intenso l' impatto tra pubblica amministrazione e cittadini, si confermi come funzione fondamentale, specie nelle grandi città, in un'ottica di amministrazione aperta alla comunità. La seconda, starsene in disparte, indifferente alle scelte che si stanno definendo nel merito. La terza, considerare esaurita l'esperienza di difesa civica e quindi attendere con favore nuove condizioni, anche legislative, che ne certifichino l'esaurimento. Sono opzioni evidentemente politiche sulle quali compete al Consiglio comunale di esprimersi.
Quale sia il pensiero del Difensore civico di Milano è testimoniato da quanto detto, scritto e fatto in questi anni.
Un consiglio ai cittadini
"Consiglio infine ai cittadini che hanno necessità di presentare le loro richieste al Difensore civico di farlo in forma scritta e di inviarle per posta, o via fax, o via e-mail."
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