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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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09/07/2009

Il Welfare che vogliamo

Documento sull'applicazione della Legge Regionale 3/2008, redatto dalle organizzazioni che si riconoscono nel Forum del Terzo Settore della Regione Lombardia

Alla luce dell'incontro tenutosi martedì 28 aprile 2009, il Forum del Terzo Settore della Regione Lombardia, ha infatti presentato lo scorso 24 giugno un documento che raccoglie le riflessioni elaborate nei mesi successivi alla pubblicazione della legge. Una serie di spunti e indicazioni per costruire un dialogo con la Regione in vista della pubblicazione dei decreti attuativi della legge.
"Siamo convinti - è scritto nella nota introduttiva al documento - che solo attraverso l'esercizio di un ruolo effettivamente attivo da parte di tutti gli attori sia possibile costruire un sistema di Welfare ancorato al territorio, partecipato, di promozione delle capacità e dell'autonomia delle persone oltre che in grado di rispondere alla domanda di assistenza della persona".

Su queste convinzioni si basa la stesura dei cinque capitoli del fascicolo, organizzati per aree tematiche:
1. LIVEAS: la cornice in cui inserire l'applicazione della legge;
2. criteri di accesso: diritto alle risposte e partecipazione al costo delle prestazioni;
3. accreditamento delle unità d'offerta: requisiti e indicatori di qualità;
4. integrazione e rete sociale e sanitaria: strumenti e disposizioni;
5. strumenti per il protagonismo del territorio: formazione, qualificazione e sperimentazione del concreto sistema di risposte.

Ogni punto presenta nodi cruciali di cui la Pubblica amministrazione dovrà tenere conto nell'applicazione della legge ai fini di migliorare il benessere dei cittadini.

Per quanto concerne i LIVEAS e i LEA, ovvero i Livelli Essenziali di Assistenza in campo sociale e sanitario, in attesa che si completi il quadro nazionale la Regione Lombardia, proprio nel processo di attuazione della Legge 3 2008 dovrebbe prevedere la verifica dell'attuazione dei LEA con particolare attenzione all'integrazione sociosanitaria e all'individuazione dei Liveas determinando così livelli uniformi delle prestazioni sociali e l'istituzione del Fondo Regionale per la non Autosufficienza, almeno per tutelare quelle situazioni personali e famigliari particolarmente onerose.

Il documento affronta anche i nodi dei criteri di accesso, dove si sottolinea la necessità di promuovere la partecipazione attiva da parte del cittadino nell'ambito del processo di presa in carico. "Un welfare che si pone l'obiettivo dell'inclusione - si legge al secondo punto infatti - non può prescindere dalla promozione del protagonismo della persona" con l'obiettivo fondamentale, di cercare di eliminare tutte le barriere che creano discriminazione, compiere sforzi anche sul piano culturale e non solo in termini di servizi e prestazioni.

Sul fronte dei requisiti per l'accreditamento delle unità di offerta, si condivide "una forte preoccupazione relativa al rischio di delega rispetto a responsabilità pubbliche" in particolare quelle dell'ente locale nel processo di presa in carico della persona. Il documento individua 12 nodi, 8 contenuti e sette indicazioni che possono essere la base di partenza per un confronto con la Regione per la costruzione di un sistema di servizi che non individui come unico elemento di regolazione la libertà di scelta del cittadino.

Per quanto concerne la questione dell'integrazione tra la rete sociale e sanitaria, appare necessario mettere in atto quei provvedimenti che permettano una reale integrazione tra i servizi invece di perpetuare una situazione in cui il sociale appare subordinato al sanitario, garantendo innanzitutto l'unitarietà di accesso alla rete e un adeguato servizio di informazione e orientamento.

Infine l'esercizio del protagonismo del territorio, in una logica di sussidiarietà, sarà possibile solo promuovendo un flusso circolare delle informazioni per fare in modo che la conoscenza prodotta dalle sperimentazioni non rimanga nei cassetti delle amministrazioni e che il processo di valutazione porti ad assumere le innovazioni efficaci ma anche alla rimozione degli interventi e delle politiche che non funzionano più.

Un documento aperto e non conclusivo che il Forum regionale del Terzo Settore spera possa essere di stimolo per proseguire nella costruzione del sistema di welfare "che vogliamo".

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