Il voto alle elezioni europee e le persone con disabilità
Le norme approvate dall'Unione europea hanno avuto impatti positivi sulla vita delle persone con disabilità. Luisella Bosisio Fazzi del Comitato donne di Edf spiega quali sono gli obiettivi ancora da raggiungere
Sabato 9 e domenica 9 giugno i cittadini dell’Unione europea sono chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti al Parlamento europeo. Un appuntamento importante anche per le persone con disabilità perché, come ricorda anche l’European disability forum (Edf), “partecipare alle elezioni europee come sostenitore, elettore e candidato contribuirà a garantire che le politiche dell'Unione europea riflettano le esigenze di cento milioni di persone con disabilità”.
Un impegno ancora più importante se pensiamo che ancora oggi circa 400 milioni di persone con disabilità (soprattutto intellettiva) e sottoposte a tutela non possono, per legge, esercitare il proprio diritto di voto.
Partecipare alle elezioni, votando i candidati che prendono impegni precisi sui temi della disabilità, è dunque un modo per garantire una maggiore tutela dei diritti di tutte le persone con disabilità in tutti i Paesi dell’Unione europea.
“È importante ricordare che le direttive e i regolamenti approvati dall’Unione europea hanno un valore superiore rispetto alle normative nazionali dei singoli Stati -sottolinea Luisella Bosisio Fazzi, del Comitato donne dell’European disability forum-. Le norme europee indicano degli standard minimi, ai quali poi i singoli Stati devono adeguarsi, innalzando così i propri standard e i livelli di tutela nel caso fossero inferiori. Al contrario, quegli Stati che avessero normative di livello qualitativo superiore non devono abbassarle agli standard minimi”.
Come ricorda anche l’Edf, le politiche europee hanno portato progressi significativi per le persone con disabilità, come l'approvazione della Carta europea della disabilità, l’approvazione dei regolamenti sui diritti dei passeggeri e della direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione. “In particolare, sui temi dell’accessibilità sono stati fatti passi avanti importanti -spiega Bosisio Fazzi- ha spinto i governi nazionali a migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici e ha approvato leggi che miglioreranno gradualmente quella di prodotti e servizi. Si è lavorato per l’accessibilità dei siti internet del settore pubblico e per sostenere le istituzioni in questa transizione ha istituito un ufficio tecnico ad hoc, l’Accessibility Ue center”.
L’European disability forum ha condensato in un articolo i dieci motivi per cui è importante votare a queste elezioni europee: per migliorare i risultati già ottenuti e per promuovere ulteriori interventi normativi che migliorino la vita delle persone con disabilità sul lavoro, nel garantire il diritto allo studio e l’accesso alla giustizia, quando viaggiano (per piacere o per lavoro) o quando si trasferiscono in un altro Paese dell’Ue.
Il prossimo parlamento, inoltre, sarà chiamato a lavorare su una serie di temi e di proposte normative i cui lavori non si sono conclusi nel corso della precedente legislatura. “L’Edf chiede ad esempio che i fondi europei non vadano più a finanziare le strutture segreganti -sottolinea Luisella Bosisio Fazzi-. Il prossimo parlamento dovrà lavorare sugli aggiornamenti alle direttive sull’accessibilità dei trasporti: noi vorremmo che venisse diminuito il preavviso per la prenotazione dei servizi di assistenza, che oggi devono essere contattati 48 ore prima del viaggio”.
Infine, ci sono la questione dell’European disability card (con l’auspicio che tutti i Paesi dell’Ue l’adottino) e quella della Direttiva europea sulla violenza contro le donne: “Il testo che è stato approvato è un compromesso: non è stato inserito, ad esempio, il reato di sterilizzazione forzata delle donne con disabilità così come manca una definizione di consenso in linea con quanto previsto dalla Convenzione di Istanbul -spiega Bosisio Fazzi-. Nonostante questa e altre lacune, come Edf e come European women lobby abbiamo spinto comunque per l’approvazione del testo per non perdere il lavoro fatto in questi anni. Ma con la prossima legislatura europea riprenderemo a lavorare e a fare pressione sui nuovi parlamentari per rimediare a queste mancanze”.