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Persone con disabilità

A cura di Ledha

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10/12/2023

Osservatorio cittadini e disabilità: 8 italiani su 10 bocciano il sistema sanitario

I risultati dell'indagine sono stati presentati in occasione della cerimonia della consegna del premio "Bomprezzi-Capulli". Il 36% delle persone cerca risposte per i propri problemi di salute al di fuori della propria Regione

Per otto italiani su dieci il Servizio sanitario nazionale (Ssn) non fornisce risposte adeguate ai bisogni e alle esigenze delle persone con disabilità. Per il 63% della popolazione italiana non c'è neanche una risposta efficace ai bisogni sanitari relativi alla disabilità. Quasi quattro su dieci si spostano dalla propria Regione per trovare cure e supporti adeguati. Se le lunghe attese nelle strutture ospedaliere, le difficoltà nell'accesso alle prestazioni mediche, la scarsa qualità di strutture e attrezzature sono criticità per una larga maggioranza di cittadini, è invece il personale medico a costituire ancora il vero fiore all'occhiello del Sistema sanitario: l'86% degli intervistati ha una percezione fortemente positiva della formazione e capacità dei medici incontrati.

Sono alcuni dei principali elementi emersi dalla terza indagine dell’Osservatorio Cittadini e disabilità sul rapporto tra persone con disabilità e sanità, presentato durante la cerimonia di consegna del premio giornalistico "Bomprezzi - Capulli" che si è svolta il 3 dicembre a Roma e in contemporanea a Milano. L’evento di confronto con il mondo dei media su informazione, disabilità, giornalismo costruttivo e sociale si è concluso con l’assegnazione del Premio giornalistico “Franco Bomprezzi” e del Premio audiovisivo dedicato alla collega del Tg2 Maria Grazia Capulli.

L’indagine è stata presentata dal vicepresidente di SWG, Maurizio Pessato. La percezione dell'opinione pubblica italiana è molto negativa riguardo alla capacità dei servizi sanitari di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità: il 31% la valuta “non adeguata” e il 49% “poco adeguata”. Anche rispetto ai percorsi prioritari o specifici per persone con disabilità sperimentati dai cittadini il giudizio è negativo: per il 21% vi è una totale assenza degli stessi e per il 44% è accaduto solo raramente di poterne usufruire. Eppure, il problema pare non riguardare le barriere architettoniche in ambito ospedaliero.

Sono scarse invece le risposte efficaci ai bisogni di salute per il 63% degli intervistati. Risposte che per il 36% vengono ricercate al di fuori della propria Regione di residenza. Un contesto a ogni modo difficoltoso anche per chi resta a casa propria, visto che il 67% dichiara di doversi avvalere di più strutture sanitarie per poter rispondere alle proprie necessità di salute e solo il 28% trova assistenza in un’unica struttura.

Le principali difficoltà incontrate dalle persone con disabilità sono legate alle ore di attesa che trascorrono in strutture sanitarie (46%) e l’accesso alle liste di attesa (17%). Un punto di merito al personale sanitario italiano valutato in via complessiva positivamente nell’86% dei casi; sei persone su dieci bocciano invece le strutture e le attrezzature. Il miglioramento richiesto vede per il 38% la necessità di adottare specifici protocolli per le persone con disabilità, il 19% chiede invece di migliorare le liste di attesa ed anche i tempi di attesa pre-visita, il 17% si concentra sull’abbattimento delle barriere architettoniche ed il 7% chiede un aumento della durata delle visite specialistiche.

 “Questi dati restituiscono una situazione complessa, aggravata anche dalle difficoltà innescate dalla pandemia degli ultimi anni”, ha spiegato a Stefano Malfatti, direttore comunicazione e raccolta fondi dell’Istituto Serafico di Assisi, secondo cui “nella maggior parte delle strutture sanitarie italiane mancano dei veri e propri protocolli specifici per le persone con disabilità in aggiunta a un’importante carenza di personale formato in maniera adeguata. Il nostro Sistema sanitario nazionale purtroppo è ancora cucito su misura per il malato e non per il malato con disabilità. Ecco perché il tema dell'accessibilità alle cure deve diventare una priorità su cui fondare la nostra società, attraverso una vera e propria svolta culturale che ci porti al pieno riconoscimento della dignità e dei diritti dei più fragili, e che sia in grado di abbattere le disuguaglianze in tutti i settori della sanità”.

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