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Persone con disabilitā

A cura di Ledha

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15/02/2021

"AccorciAMO le distanze" al via il nuovo progetto di ANS

L'Associazione nazionale subvedenti ha lanciato un nuovo progetto rivolto alle persone ipovedenti per migliorare l'autonomia dentro e fuori le mura domestiche e rompere l'isolamento

Aiutare le persone ipovedenti a riorganizzare la propria quotidianità e gli spazi della vita domestica, fornire gli strumenti necessari a costruire una maggiore autonomia e affiancarle nella costruzione di percorsi personalizzati (che tengano conto delle loro difficoltà visive) per aiutarle ad uscire dalla situazione di isolamento in cui molte di loro sono costrette a vivere. Una situazione che, a seguito dell’emergenza Coronavirus e del lockdown, per tanti versi si è anche acuita.

Sono questi gli obiettivi principali del progetto “AccorciAMO le distanze. Meno soli e più sicuri” promosso dall’Associazione nazionale subvedenti (ANS) con il contributo della Fondazione Intesa Sanpaolo. “ANS si occupa delle necessità delle persone ipovedenti a 360 gradi -spiega Rosa Garofalo, referente del progetto-. Già da tempo avevamo in mente di sviluppare un progetto di questo tipo, affiancando ai nostri servizi storici, come il servizio ‘Tommaso’ dedicato agli ausili tecnologici, anche servizi dedicati all’assistenza domestica. Il lockdown ha fatto esplodere questa esigenza”.

“AccorciAMO le distanze” rappresenta una risposta a un problema molto diffuso tra le persone con disabilità visiva, in particolare tra coloro che subiscono un calo importante della vista in età adulta o da anziani, spesso a causa di una patologia. Per queste persone che, fino a poco tempo prima, erano completamente autonome, dover imparare a gestire la loro nuova vita in una condizione di ipovisione può essere molto difficile.

“Il nostro servizio punta innanzitutto ad aiutare queste persone a recuperare la propria autonomia in casa -spiega Rosa Garofalo-. Per molte persone che diventano ipovedenti in età adulta, anche muoversi nell’abitazione in cui hanno vissuto per anni può essere complicato. Devono recuperare l’autonomia nel prepararsi da mangiare e adottare una serie di nuove ‘strategie’. Penso, ad esempio, a una persona che ha un campo visivo molto limitato: non vede quello che ha nel piatto e per mangiare deve imparare a usare strategie che sono normalmente adottate dai non-vedenti. Ma che non sono naturali”. Ad affiancare le persone in questo percorso sono professionisti specializzati, gli istruttori di orientamento e mobilità.

Il percorso proposto dal progetto “AccorciAMO le distanze” si articola in diverse fasi: la prima è un momento di accoglienza che prevede uno o più incontri (dal vivo o da remoto) dedicati all’ascolto delle esigenze della persona con disabilità visiva. “Si tratta di una fase molto importante -spiega Rosa Garofalo- che ci permette di identificare quelle che sono le aree di intervento necessarie, ma anche per comprendere quelle che sono le esigenze della persona e in che modo la patologia influisce sulla sua vita quotidiana”.

L’intervento poi si articola in diversi ambiti: l’autonomia domestica in interni (gestione della cura di sé, della casa, preparazione pasti e uso del denaro, rilevazione di barriere percettive negli ambienti domestici e valutazione di soluzioni migliorative), orientamento e mobilità all’esterno per imparare a muoversi in autonomia nel proprio quartiere (dall’uso dei mezzi pubblici alle strategie per la sicurezza in percorsi abituali, fino all’uso del bastone bianco) e tecnologie assistive. Quest’ultimo percorso prevede un servizio di consulenza sulla scelta degli ausili più utili alla vita quotidiana (dagli smartphone agli ingranditori), guida alla lettura attraverso la personalizzazione delle opzioni di accessibilità sui propri dispositivi digitali, prestito in comodato, alfabetizzazione all’uso del pc, ma anche informazioni sulle pratiche amministrative per gli aventi diritto al contributo SNN come da Nomenclatore tariffario.

Il lockdown e le difficoltà che molte persone ipovedenti hanno sperimentato in questi mesi hanno dato la spinta finale alla concretizzazione di questo progetto. “La vista è il senso che maggiormente ti da il controllo della situazione -spiega Rosa Garofalo-. Oggi, tutti noi dobbiamo uscire di casa con la mascherina e questo per una persona ipovedente crea non pochi problemi. Inoltre, devi mantenere la distanza dalle altre persone. Per una persona ipovedente che già fatica a essere autonoma, questi elementi possono essere un ulteriore incentivo a rinunciare ad uscire. Con questo progetto, che è completamente gratuito, puntiamo a dare a queste persone una serie di strumenti per essere il più autonomi possibile. E a recuperare parte della propria vita”.

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